A seguito degli scontri indiscriminati di ieri nei quartieri PK5 e Fatima di Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana (CAR), le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF)hanno assistito circa 60 feriti arrivati nelle proprie strutture in cerca di cure. Cinque persone sono state trattate presso la maternità di Gbaya Dombia, nel quartiere PK5, dove sono state stabilizzate prima di essere dimesse. Uno di loro, in condizioni critiche, è stato trasferito all’ospedale di MSF a Sica, che in tutto ha ricevuto più di cinquanta pazienti, tutti con ferite da arma da fuoco. Sei di loro sono morti. Altri feriti sono stati curati in altre strutture mediche della capitale.
Quello di Sica è uno degli unici due ospedali di Bangui in grado di assicurare interventi chirurgici d’urgenza e garantisce cure gratuite a tutti coloro che ne hanno bisogno. Ma all’arrivo di un’ambulanza una folla concitata si è radunata davanti al nostro ospedale, minacciando il personale e ostacolando l’accesso ad altre ambulanze.
“Comprendiamo la rabbia della gente, ma deve essere chiaro che un ospedale è un luogo di cura per tutti” dichiara Anne-Marie Boyeldieu, capo missione MSF in Repubblica Centrafricana. “Chiediamo a tutte le persone a Bangui di rispettare e agevolare il lavoro del personale medico, che ha il dovere di fornire cure a chiunque ne abbia bisogno, indipendentemente dalla sua identità, origine, appartenenza religiosa o politica”.
È in un momento di crisi che c’è più bisogno di ospedali, di ambulanze e di personale sanitario. Ancora una volta MSF lancia un appello affinché le cure mediche possano essere garantite a tutti.