La Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni regionali di Stampa di Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana condividono la preoccupazione e la legittima protesta dei colleghi dei dorsi locali del Corriere della Sera. Il piano che l’azienda intende attuare contiene misure drastiche e sproporzionate rispetto a risultati di bilancio che presentano una perdita complessiva contenuta, quindi assolutamente rimediabile. La preoccupazione è rafforzata da un modello di organizzazione del lavoro, come quello illustrato per linee generali dal direttore, che prefigura un ricorso sempre maggiore al lavoro precario, senza diritti senza tutele e senza garanzie, considerata l’annunciata volontà di utilizzare i giornalisti con contratto di lavoro subordinato in attività di desk e affidando l’attività di scrittura, anche in settori strategici e cruciali, a collaboratori esterni precari. Si tratta di un modello inaccettabile, che, qualora dovesse prendere forma, impegnerà il sindacato in ogni sede in attività di contrasto perché a essere messa in discussione è la dignità del lavoro, essenziale e imprescindibile in un settore come quello dell’informazione per assicurare prodotti editoriali di qualità e consentire alla professione di essere credibile di fronte all’opinione pubblica.