80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Peppino Vive

0 0

In Sicilia, degli ultimi quattro presidenti della Regione due sono stati arrestati o indagati per mafia, uno s’è fatto l’antimafia per gli affari suoi, uno – quello di ora – ha accanto personaggi a cui mafia e dintorni hanno proprio ben poco da insegnare. Tutti costoro non sono saliti al potere con un colpo di stato o una dittatura ma sono stati regolarmente eletti da buona parte del popolo siciliano.

In Sicilia, d’altra parte, sono nati i principali movimenti giovanili delle ultime generazioni. Non molto aiutati dai media, snobbati dai politici, spesso confusi, retorici e maldiretti, hanno tuttavia tenuto campo per oltre vent’anni, nel nome dell’antimafia che poi, a poco a poco, si è progressivamente trasformata in “antimafia sociale”. I giovani, infatti, hanno capito prima di tutti che la mafia non è un’escrescenza criminale ma un vero potere socio-politico, che si elimina solo trasformando profondamente la società. Questa intuizione, che è quella di Peppino Impastato e Giuseppe Fava, è oggi ben chiara in testa dell’ultimo ragazzino che viene a unirsi alla lotta.

Nella mia città – per esempio – nel giro di pochi giorni i ragazzi dell’antimafia hanno fatto un’inchiesta sui camerieri precari dei bar perbene, l’hanno diffusa sul loro giornale, hanno raccolto adesioni e consensi, e ora stanno organizzando un’assemblea di precari nella piazza della movida. E intanto stanno attenti a quando aprono la sede (per esempio il Gapa, a san Cristoforo) perché i “vi tagliamo la testa” non vanno neanche loro dimenticati.

L’antimafia oggigiorno si fa così, con allegria, saggezza e determinazione. Sono una minoranza, i ragazzi antimafia, lo sappiamo. Ma anche i garibaldini lo erano, anche i partigiani; e anche gli inventori di Linux e i primi sindacalisti e le prime del voto alle donne. Questa minoranza civile oggi sembra isolata in mezzo alla barbarie e all’egoismo, ma porta a galla pensieri, e sentimenti, profondi in ogni essere umano. Per cui tanto minoranza non è, e si svilupperà probabilmente – come spesso succede nella storia – in un senso comune di massa che, in tempi non lunghissimi, verrà accettato.

E’ buffo che uno come Peppino – ragazzo di paese, nel buco del culo del mondo – sia qui a fare da precursore. Ve l’immaginate un monumento di bronzo, con Peppino cupo e serissimo, al centro di qualche piazza perbene? L’idea, prima o poi, verrà pure in mente a qualche pezzo grosso (magari ex compagno) perché i pezzi grossi ragionano così. Ma voi preparatevi fin d’ora a ridergli in faccia, a difendere anche allora il Peppino vero e tutti gli altri nostri piccoli maestri.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.