I dati dell’Osservatorio Indipendente sulle morti sul lavoro (diretto da Carlo Soricelli, ex operaio metalmeccanico in pensione) ci dicono che dall’inizio del 2018 ad oggi ci sono gia’ stati oltre 450 morti sul lavoro.Numeri che farebbero sobbalzare dalla sedia chiunque, ma in Italia purtroppo e’ la normalita’, perche’ quasi piu’ nessuno si indigna per tutte queste morti sul lavoro (oramai e’ un bollettino di guerra).L’ho detto prima delle elezioni politiche e lo confermo ora, non vedo tutta questa attenzione da parte del mondo politico sul dramma delle troppe morti sul lavoro e sulla mancanza di sicurezza sul lavoro.Inoltre, quando sento sui mezzi d’informazione “nel 2017 secondo l’Inail ci sono state 1029 morti sul lavoro” mi cadono le braccia.Perche’, premesso che l’Inail considera come morti sul lavoro solo i suoi assicurati (e fra questi non ci sono carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco, personale di volo, sportivi, volontari della protezione civile e addirittura i giornalisti), quelle 1029 non solo le morti sul lavoro riconosciute dall’Inail nel 2017, ma bensi’ le denunce di infortunio mortale arrivate all’lnail ed e’ assurdo che fino a Luglio di ogni anno (mese in cui viene presentato il Rapporto Annuale sugli infortuni sul lavoro) non si sappia quanti morti sul lavoro ci sono effettivamente state (secondo l’Inail) nell’anno precedente.Di queste 1029 denunce di infortunio mortale, quasi il 40% (come avviene ogni anno) non verranno riconosciute come infortunio mortale.E’ questo e’ sotto l’occhio di tutti.Inoltre, l’Inail ogni anno ha un avanzo di bilancio.Il cosiddetto “tesoretto Inail”, che si e’ accumulato negli anni ammonta a ben 32 miliardi di euro.Questi soldi sono depositati presso un conto infruttifero della Tesoreria dello Stato.Invece di essere spesi per aumentare le rendite ai familiari delle vittime sul lavoro o agli invalidi sul lavoro, vengono usati dallo Stato Italiano per ripianare i debiti: CHE VERGOGNA!!!Possibile che nessuno dica nulla, oramai sono anni che lo vado ripetendo fino allo spasimo.E intanto continuamo a contare le morti sul lavoro che ci sono ogni santo giorno (festivi inclusi) in Italia, senza che nessuno faccia qualcosa di concreto per fermarle.In Italia se chiudessimo il calcio ci sarebbe una rivoluzione e gente in piazza con cartelli e slogan a protestare, ma per le morti sul lavoro no, quelle sono normali.E con il jobs act che ha precarizzato il lavoro e ridotto la sicurezza sul lavoro, le morti sul lavoro sono in un aumento vertiginoso.Mi dispiace, ma non siamo un Paese civile.Il Commissario dell’Unione Europea per la salute Andriukaitis, ospite questi giorni a Firenze ha detto: