Cari amici di Articolo 21, in merito alla vicenda che ha coinvolto il collaboratore Andrea Palladino, raccontata dalla collega Graziella Di Mambro, noi del Comitato di Redazione della Periodici San Paolo desideriamo precisare che la ricostruzione pubblicata nell’articolo Un racconto scomodo corrisponde, per quanto ci consta, a quanto avvenuto. Vogliamo anche sottolineare, però, che non siamo d’accordo con chi in questi giorni ha gridato alla censura. Nei quasi 90 anni di vita di Famiglia Cristiana non c’è mai stata. In questa circostanza, c’è stata una combinazione di valutazioni forse frettolose, ma sicuramente non censorie.
A questo proposito, noi del Comitato di Redazione ribadiamo che l’assemblea dei giornalisti riunitasi il 27 aprile scorso ha accolto a stragrande maggioranza la disponibilità dell’Associazione Lombarda dei giornalisti, proposta dal suo presidente Paolo Perucchini, di offrirsi come luogo di confronto, di chiarimento e dialogo.
L’incontro avverrà nei prossimi giorni e il nostro auspicio, come abbiamo sempre fatto dal 27 marzo ad oggi, è che la questione si risolva serenamente. È a quel tavolo che porteremo le nostre valutazioni di merito sull’episodio.
Ci sta a cuore sottolineare che è fra i nostri compiti vigilare e difendere gli interessi e la dignità di tutti i giornalisti che lavorano per la Periodici San Paolo e che scrivono sulle nostre testate, a partire dal direttore don Antonio Rizzolo e dal condirettore Luciano Regolo, fino a tutti i collaboratori, Andrea Palladino incluso, nel rispetto del Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico.
Come rappresentanti dei giornalisti della Periodici San Paolo, siamo convinti che, al di là del peculiare presente episodio, la credibilità del sindacato, oggi, si giochi anche nella capacità di tutelare e far rispettare i diritti dei meno garantiti.
Infine, vogliamo esprimere un sentito ringraziamento ai colleghi di Articolo 21 per il prezioso lavoro di attenzione a tutte le situazioni in cui si mette a rischio la libertà di stampa, specie in relazione ai tanti, troppi casi di volontà di imbavagliare l’informazione o di intimidire e minacciare i colleghi “in prima linea” sui fronti più delicati e complessi del nostro lavoro.
Il Comitato di Redazione della Periodici San Paolo