La lettera di rettifica inviata dal legale della San Paolo, a nome del direttore e del condirettore, è rivelatrice. Scrivono che la mia scelta di ritirare la firma (definita “soggettiva”, ma come poteva essere altrimenti?) è legittima. E’ ovviamente così, visto che è prevista dal CCNL. E allora, perché mi è stato chiesto di motivarla? E perché, poi, è stata interrotta la mia collaborazione? Su questo punto non c’è nessuna risposta. Il direttore ha, legittimamente, il potere di chiudere il rapporto senza dover fornire giustificazioni, essendo io un “freelance”, ovvero un precario per l’editore. Senza diritti, dove l’unica tutela e garanzia di lavoro è la propria storia professionale.
E’ stato giusto rendere pubblico quanto accaduto e spero che serva per far capire come la libertà di stampa passi necessariamente per la tutela ampia e condivisa di tutti i giornalisti.
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