E se lo stallo politico derivasse dallo stallo civile? Cioè da un Paese che non sa più chi è e cosa vuole? E’ forse questa la chiave di lettura – più profonda – del lungo deterioramento della politica nazionale. Che fa sempre più fatica a trovare soluzioni di governo. Un’involuzione dovuta al fatto che noi cittadini non ammettiamo di essere stati la causa principale del nostro declino collettivo, per mancanza di dedizione civile. Sono gli ideali che tengono insieme un popolo, che lo fanno essere orgoglioso dei propri doveri e geloso dei propri diritti.
Ma gli ideali non sono innati. Ci vogliono esempi precoci di educatori per accenderli ed esempi maturi di chi ha responsabilità per non farli estinguere. In entrambi i casi, devono provenire da persone credibili. Cioè da chi rispetta impegni e regole (disciplina) e mette l’interesse comune prima del proprio (onore).
Senza questo patrimonio diffuso di ideali non c’è coesione. La competizione elettorale si immiserisce ad offerte al massimo ribasso delle tasse e il politico decadente si propone per quelle che ha ridotto, non per quante ne ha fatte pagare ai grandi evasori, per consentire alla Stato di funzionare.
Lo stallo della democrazia inizia quando si vota chi promette di ridurre i doveri e non chi si impegna a rendere effettivi i diritti. E noi ci siamo fino al collo.
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