Da una parte c’è la speranza che, se il mondo viaggia sulle gambe delle donne e degli uomini, siano poi le persone a fare la differenza e a riservarci sorprese. Dall’altra parte c’è la constatazione che nel programma di governo che oggi chiamano contratto non ci sono riferimenti a nessuno dei tempi riguardanti i diritti civili e men che meno alla solidarietà sociale. Sia chiaro, anche delle donne si fa cenno in pochi passaggi sulla famiglia e nessuna specifica, ad esempio, in materia di lavoro.
Ma il tema dei diritti è uno degli aspetti più eclatanti, anche perché fra i (non numerosissimi) buoni risultati portati a casa dagli ultimi due governi ci sono certamente molte leggi sui diritti civili, da quella sulle coppie di fatto a quella sul testamento biologico. Entrambe però emblematicamente incomplete, perché alla prima manca il tema dell’adozione per coppie dello stesso sesso e nella seconda resta un grande margine affidato alla sola categoria dei medici per la mancata regolamentazione di ciò che può o non può essere eutanasia. Inoltre, dal momento che nella nostra Costituzione è sancito come tale, l’articolo 21 è uno dei diritti fondamentali di questo paese, ma non c’è alcun riferimento ad una informazione libera e indipendente e le azioni messe in essere dai due partiti che comporranno il futuro governo sono molto spesso andate in direzione opposta.
E poi c’è il tema immenso della ricostruzione del tessuto sociale di un paese incattivito e rancoroso, che, come il solo Censis ha perfettamente analizzato, scarica ormai la propria rabbia sul vicino che sta male come lui o sta peggio, ma è più debole più esposto, magari perché ha la pelle scura. E invece che lanciare un messaggio in controtendenza, si escludono dagli asili nido madri e figli non di cittadinanza italiana, mentre lo ius soli e lo ius culturae appaiono morti e sepolti e non se ne sentirà più parlare. Un bello spot di una storica organizzazione di adozioni a distanza ci ricorda, in questi giorni, che siamo tutti egualmente umani. Perché tanti non se lo ricordano più.
La solidarietà è stata un concetto costitutivo della nostra repubblica per decenni, comunque la si pensasse questa solidarietà c’era. Passava per gli oratori come per i circoli Arci, per le feste dell’unità come nelle processioni dei santi patroni, passava per le sedi dei partiti, passava per un mondo del volontariato che negli ultimi 40 anni è stato un fiore all’occhiello del nostro paese.
Tutto questo è stato smantellato e il poco rimasto si cerca di colpirlo in maniera definitiva.
Recupero e battaglia per i diritti e rilancio della solidarietà, dal basso, dal territorio, dalla strada. Questo dovrebbe fare la politica di sinistra. Questo cerchiamo di fare noi, unendo associazionismo e volontariato, e su questi temi abbiamo davanti molto lavoro, molta fatica, tante cose da fare.