“…Sarò l’avvocato difensore del popolo italiano…” disse lo sconosciuto che per supplire si presentò con biglietto da visita di circa 40 pagine chiamate impropriamente curriculum. Ve l’ immaginate datore di lavoro che si vede presentare sta divina commedia? Il volenteroso lo leggerà, ma dopo l’ elenco di tutte le biblioteche straniere visitate dal candidato si sentirà preso per i fondelli e cestinerà diagnosticando il soggetto in un vorrei ma non posso oppure, più sbrigativamente, fumo/fuffa.
Gli è che codesto è candidato a nostro capo di governo. Ohibò, ma era proprio il guru pentastellato a urlarci dai mega palchi che ‘sti qua sono i nostri dipendenti e dunque il popolo è il loro datore di lavoro! Evidentemente noi popolo abbiamo rimosso (anche) questo assunto fra i tanti proclami rivelatisi poi fuffa…
Sarà perciò che il soggetto s’è dichiarato avvocato del popolo? E da chi/cosa, di grazia, il popolo dovrebbe essere difeso, tutelato, protetto, assistito e quant’ altro è demandato al legale di fiducia? Il popolo è sovrano e, come in ogni stato di diritto, è la Costituzione il mantello che protegge la sua sovranità, non l’azzeccagarbugli.
Stia sereno il prossimo presidente del Consiglio: non avrà bisogno di visitare altre biblioteche altisonanti ché, come i suoi predecessori, quella Costituzione se la troverà davanti perché è su quella che dovrà giurare ed è quella che dovrà difendere soprattutto dai dispensatori di fumo e fuffa…