Approfittando del cinquantesimo anniversario (non tutti i film resistono mezzo secolo nei gusti del pubblico) il festival di Cannes rende omaggio a Stanley Kubrick riproponendo <<2001 Odissea nello Spazio>> nella sezione “Cannes Classic”, alla presenza della vedova di Kubrich, Christiane, e con un’introduzione del regista Christopher Nolan, che ha collaborato con il team della Warner Bros, produttrice e distributrice a suo tempo del film nel processo di masterizzazione. E’ presentato nella versione originale in super panavision a 70 mm. Non si tratta di un vero e proprio restauro delle immagini quanto piuttosto della colonna sonora che in Odissea nello spazio ha un’importanza fondamentale. Il suo ritorno non avviene solo in Francia, anche in Italia: il 4 e il 5 giugno sarà, infatti, proiettato in alcune sale dove potranno incontrarsi gli spettatori di oggi con quelli di ieri, curiosi i primi, nostalgici i secondi. D’altronde, resta una pietra miliare nel cinema di ogni tempo, come il monolite lucido e nero che atterrisce le scimmie antropoidi e sbalordisce gli scienziati della base lunare.
“Il film di fantascienza – come ebbe giustamente a definirlo Morando Morandini – più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto”. Chi non ricorda le note del walzer Il bel Danubio blu che accompagna le evoluzioni dell’astronave? Ispirato, com’è noto, al romanzo del 1948 The sentinel di Arthur C. Clarke, che collaborò alla sceneggiatura, avrebbe avuto un successo di pubblico planetario ma dalla serata degli Oscar uscì, incredibilmente con una sola statuetta: quella per gli effetti speciali. L’accademia hollywoodiana non intuì il segno che avrebbe lasciato.
“ Una favola apocalittica sul destino dell’umanità” – scrisse Morandini su Il giorno di Milano: dall’alba dell’uomo, quattro milioni di anni fa, al primo volo verso Giove, dalla scimmia che scopre un’arma micidiale nell’osso brandito come una clava, alla morte degli astronauti partiti ibernati e mai arrivati a destinazione perché un computer impazzito li uccide prima di essere a sua volta soppresso da un sopravvissuto con il solo impiego di un cacciavite. Vale ancora oggi che astronauti di varie nazionalità vanno e vengono dallo spazio sorridenti come hostess appena scese da un volo internazionale. E che i computer non appaiono minacciosi al punto da affidargli la guida delle nostre automobili, anche se Stanley Kubrick non si sarebbe fidato: si racconta che quando si trasferì in Svizzera, dove sarebbe morto nel 1999, per vivere serenamente gli anni della vecchiaia, avesse dato ordine all’autista della Rolls Royce che lo portava da casa all’ufficio di non superare mai i 40 km. l’ora. Aveva il terrore della velocità: lui che aveva fatto, oltre a Odissea film come Stranamore, Arancia meccanica, Shining, Full Metal Jacket.