Si è aperto con il ricordo di Giulio Regeni l’incontro che ha concluso la sedicesima edizione del Festival della letteratura Gutenberg a Catanzaro che ha visto protagonista Antonella Napoli, giornalista e membro dell’ufficio di presidenza di Articolo 21 che ha voluto dedicare l’inizio dell’evento alla campagna “Verità per Giulio Regeni” con l’esposizione dello striscione giallo simbolo dell’impegno per chiedere piena luce sulla morte del giovane ricercatore di Fiumicello.
I giovani accorsi al Liceo classico Galluppi, dove si sono svolte la maggior parte delle conferenze della settimana densa di appuntamenti con gli autori ospiti del festival, hanno accolto con entusiasmo l’appello della giornalista che ha rilanciato la richiesta di adesione allo sciopero della fame indetto dalla mamma di Giulio, Paola Deffendi, per Amal Fhaty, la moglie del consulente della famiglia Regeni arrestata in Egitto con l’accusa pretestuosa di terrorismo.
L’incontro, coordinato dalla professoressa Stefania Tallarico, è poi entrato nel vivo del tema previsto dalla conferenza, i bambini soldato.
Antonella Napoli, autrice del libro “L’innocenza spezzata”, presentato in precedenza al Salone del Libro di Torino, ha ricordato come negli ultimi 20 anni più di 30.000 bambini siano stati strappati dall’LRA alle loro famiglie e costretti a commettere crimini indicibili.
Suleya, la protagonista del romanzo della Napoli, è stata una di loro. La sua storia rivela una terribile esperienza segnata da droga, violenza, stupri e morte. La sua vita si intreccia a quella di altri piccoli guerrieri che hanno vissuto lo stesso dramma.
Grazie alle domande dei ragazzi l’autrice è riuscita a far comprendere come l’infanzia in una realtà dilaniata da un conflitto che tocca l’apice degli orrori a metà anni ’90 sia stata profondamente violata.
La Napoli ha raccontato la storia di bambini che vivevano un’esistenza serena, che studiavano grazie ai missionari comboniani e cresciuti con valori cristiani. Vite semplici, ma felici fino a quando non sono state stravolte dall’irruzione di un commando di guerriglieri nel loro villaggio.
Gli adulti mutilati e uccisi sotto gli occhi dei propri figli, il principale obiettivo dei ribelli, i piccoli rapiti e portati in una scuola di addestramento destinati a trasformarsi ben presto in bambini – soldato e schiavi sessuali.
Le loro missioni, spesso pericolosissime perché costretti a infiltrarsi in territorio nemico, erano finalizzate ad avere informazioni essenziali sulle postazioni militari governative affinché potessero lanciare gli attacchi a cui loro stessi prendevano parte.
Ancora oggi, migliaia di fanciulli vivono la stessa drammatica condizione in diversi Paesi africani.
Particolarmente vulnerabili al reclutamento e all’impiego nelle situazioni di guerra a causa della loro immaturità fisica ed emotiva, questi piccoli predestinati a una esistenza fatta di violenza e soprusi, vengono separati dalle loro famiglie, drogati, torturati, violentati, costretti ad uccidere.
Questo libro, realizzato con contributi raccolti in Sudan, Uganda e Repubblica Democratica del Congo, propone resoconti tragici e crudi di realtà troppo spesso ignorate. L’utilizzo dei bambini soldato è una delle più crudeli violazioni dei diritti dell’infanzia.
Dietro al dramma dei piccoli combattenti si agita un fenomeno di dimensioni planetarie: dallo sfruttamento delle risorse naturali (petrolio, diamanti, oro, coltan) da parte di oligarchie locali e potenze straniere, alle guerre per il controllo di questi traffici fino al business legato alla vendita delle armi.
In Africa è in corso una subdola neo-colonizzazione da parte di potenze del Medio Oriente e dell’Asia, il ‘sacco’ del continente nero che continua e muta nel tempo, non con l’invasione militare ma con il denaro e gli affari, sotto lo sguardo indifferente e complice dell’Occidente, volutamente distante da queste realtà.