Sino a quando il clan Casamonica potrà continuare a taglieggiare, minacciare, colpire chiunque “osi” contrastare prepotenze e angherie?
Questa volta hanno colpito un barista di nazionalità romena e una signora, per di più disabile, che si era permessa di solidarizzare con lui.
Il tutto si è consumato, nel giorno di Pasqua, davanti a decine di testimoni che hanno fatto finta di non vedere e di non sentire.
Alcuni uomini del clan sono entrati nel bar di via Salvatore Barzilai, e hanno preteso di essere serviti senza rispettare la fila.
Il barista ha continuato a servire e, a quel punto, a suon di pugni e calci hanno iniziato a distruggere il locale.
La signora che li ha invitati a placarsi, è stata colpita a colpi di cinghia e lasciata a terra.
Non contenti sono tornati e hanno picchiato il barista, perché “non sopportiamo questi rumeni di m..”, qualche giorno dopo sono ripassati e lo hanno invitato a non sporgere denuncia perché altrimenti…
Lui non ha ceduto, ha scelto la sua dignità, non solo ha denunciato, ma ha anche conservato un video che inchioda i delinquenti alle loro responsabilità.
La signora ha confermato tutto, rifiutando ogni silenzio complice ed omertoso.
In un’Italia percorsa dai veleni dello squadrismo, del malaffare, della corruzione, del razzismo, questo barista rumeno e questa signora “disabile” che si ribellano ai prepotenti, meriterebbero di ricevere le massime onorificenze repubblicane, perché loro, con quel gesto, hanno davvero onorato la Repubblica, come prevede la Costituzione.
Dal momento che, spesso, invochiamo la scorta mediatica per i cronisti minacciati da mafiosi e corrotti, questa volta sarà il caso di assicurarla al barista, alla signora, a chi troverà il coraggio di testimoniare, e a chi non ha intenzione di piegare la testa davanti ai Casamonica, agli Spada e ai loro simili.