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A Napoli parte il nuovo Salone del Libro

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Ritorna a Napoli, finalmente, il Salone del Libro e dell’Editoria dopo anni di silenzi e di velleitari tentativi che nulla hanno prodotto. Finalmente quest’oggi il taglio del nastro, alle ore 16:00 in una location suggestiva, il complesso monumentale di San Domenico Maggiore, nel cuore del centro storico cittadino che ospiterà questa prima edizione fino a domenica.

C’è voluto poco, al di là di tanta fatica, impegno e denaro per far ritornare protagoniste le pagine e le parole. E’ bastata la semplice volontà di tre editori, Alessandro Polidoro, Diego Guida e Rosario Bianco (Polidoro editore, Guida Editore, Rogiosi), per accendere una scintilla che ha poi innescato una sana competizione e voglia di partecipazione: 100 stand di editori e 150 eventi tra incontri con l’autore, reading, esibizioni canore e artistiche, laboratori.  Francesco Durante il direttore della kermesse, <<Back home>> il tema della manifestazione. Un tetto sotto il quale convergeranno autori italiani e stranieri.  Il programma completo lo si può leggere al sito www.napolicittalibro.it. Dopo il taglio del nastro spazio a un forum sulla cultura come strumento in grado di salvare il Mezzogiorno. Protagonisti di questo primo confronto, moderato da Massimo Milione, i giornalisti Néstor Pongutà Puerto, Antonio Olivié e Viktoria Somogyi che intervisteranno il Sindaco di Matera (capitale europea della cultura 2019) Raffaelo Giulio De Ruggieri, l’assessore alla cultura del Comune di Palermo (capitale italiana della cultura 2018) Andrea Cusumano, e il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Ma al di là dei numeri, delle cifre, delle vendite, del numero di visitatori che pur dovranno far riflettere gli organizzatori già un minuto dopo il termine della kermesse, su quale cammino bisognerà intraprendere per fortificare questo progetto un Salone del libro “napoletano” diventa centrale nella vita di una Città, prima, e di una regione, poi, soprattutto per gli autori che, almeno in Campania, rivendicano, a ragione, spazi e sostegno da parte degli stessi editori. Autori, spesso, un po’ troppo vituperati e lasciati soli un mare magnum che non consente nemmeno alla qualità di emergere.


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