Un segnale forte da dare al Paese per il 25 aprile ci sarebbe, eccome: ricompattare tutte le forze e i movimenti di sinistra insieme all’ANPI e fare ovunque, nei paesini e nelle grandi città, manifestazioni importanti, piene di persone normali che cercano la condivisione di radici comuni e di ideali che i mesi della resistenza e dalla vittoria sul nazifascismo hanno reso fondanti della nostra, purtroppo sempre più pallida, democrazia.
Mai come in questa ricorrenza del 2018 ci sarebbe bisogno di unità nel nome della resistenza e della messa al bando dalla nostra società del nazifascismo che, ovviamente, non rappresenta un rischio di ritorno a quel tipo di dittatura un secolo dopo, ma rappresenta un pericolosissimo veleno che sta corrodendo la nostra società. Il metodo dei bulli, siano essi a scuola o coperti codardamente da un nick name on line, non è forse un tipico metodo di intimidazione fascista?
E che dire di una cittadina ricca di arte e cultura come Todi . in quella Umbria fino a pochi anni fa definita “regione rossa” per antonomasia, dove il sindaco (di Forza Italia) non concede il patrocinio e anzi contesta le iniziative dell’ANPI per il 25 aprile perché lo vuole organizzare da solo come comune, almeno questa è la scusa…una giunta dove nella maggioranza ci sono rappresentanti di Casapaund, guarda che combinazione!
Anche i media devono farsi sentire con chiarezza in questi giorni, e andare a scovare – come molti colleghi fanno – le storie esemplari più che di ieri di oggi: i tanti meravigliosi insegnanti, categoria che da anni sta subendo l’attacco di studenti, genitori e spesso istituzioni, che organizzano riflessioni e anche rappresentazioni teatrali sul 25 aprile anche nelle casette di legno dove fanno lezione ad Amatrice o a Arquata del Tronto, dopo due anni dal terremoto.
Salviamo l’unico vero patrimonio che abbiamo, la nostra storia di libertà e democrazia, che molti genitori, noni e bisnonni di tutti noi hanno pagato a prezzo della vita: buon 25 aprile a tutti, di auguri ne abbiamo proprio bisogno!