Yasser Murtaja, un fotografo di 31 anni, indossava un giubbotto con scritto della chiaramente “Stampa“ mentre faceva un servizio sulla manifestazione di massa lungo il confine con Gaza, a Khuzaa, il 6 aprile, giorno in cui è stato ucciso. La zona è stata avviluppata da un denso fumo nero provocato dagli pneumatici che erano stati incendiati. Murtaja è stato uno dei circa 30 palestinesi uccisi dal fuoco israeliano negli scorsi 10 giorni lungo il confine. 491 persone erano state ferite durante la protesta di venerdì scorso (6 aprile) contro la fondazione dello stato di Israele nel 1948. E’ in programma la continuazione delle dimostrazioni di massa fino al 15 maggio.
In una dichiarazione scritta con parole forti, Fatou Bensoud, avvocatessa del Gambia e procuratore capo della Corte Penale Internazionale, di base a l’Aia, ha messo in guardia entrambe le parti circa la “situazione che si sta deteriorando”. Ha detto: “Fin dal 30 marzo 2018 almeno 27 Palestinesi sono presumibilmente stati uccisi dalle forze di difesa israeliane; altre 1.000 persone sono state ferite, molte in seguito all’uso di munizione vere e pallottole di gomma.”
“La violenza contro i civili, in una situazione come quella presente a Gaza, potrebbe costituire un crimine in base allo statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, come anche l’uso della presenza di civili allo scopo di proteggere attività militari.”
L’ufficio del procuratore sta conducendo un esame preliminare della situazione in Palestina. “Il mio ufficio continuerà a seguire da vicino la situazione e registrerà qualsiasi caso di incitamento o di ricorso ad violrenze illegali,” ha aggiunto la Bessouda.
Murtaja che è morto durante la notte, è stato sepolto sabato. I colleghi hanno detto che non era affiliato ad Hamas o a qualsiasi altro gruppo militante. Per il suo funerale, il corpo è stato avvolto in una bandiera palestinese. Il suo giubbotto anti-proiettile con scritta sopra la parola “stampa” è stata messa sopra di lui mentre veniva portato attraverso le strade di Gaza. Il drone che aveva usato per scattare le foto aeree, volteggiava in alto per filmare il suo funerale. Gli amici hanno negato che lo stesse usando quando è stato colpito venerdì.
Domenica, il ministro israeliano della Difesa, Avigdor Liebermann, ha dichiarato che “non c’erano persone innocenti” nell’enclave governata da Hamas. “Tutti sono collegati ad Hamas, tutti ricevono un salario da Hamas, e tutti gli attivisti che cercano di sfidarci e di sfondare il confine, sono attivisti dell’ala militare di Hamas,” ha detto alla radio pubblica israeliana. “Sappiamo che in molti casi Hamas ha usato i giornalisti e i media e la Mezzaluna Rossa e le ambulanze per compiere attività terroristiche. Chiunque faccia volare un drone sulle forze [israeliane], sui nostri soldati – non avranno alcuna scappatoia. Due settimane fa Murtaja aveva postato una foto fatta da un drone del porto di Gaza al tramonto, sula sua pagina di Facebook con la didascalia: “Mi sarebbe piaciuto scattare questa foto dal cielo, non da terra. Mi chiamo Yasser Murtaja, ho 30 anni. Vivo a Gaza City. Non ho mai viaggiato.”
Traduzione Maria Chiara Starace