Due compleanni e due addii, due traguardi importanti e due abbandoni che purtroppo peseranno più di quanto non sarebbe successo in passato, per il semplice motivo che di figure straordinarie come Miloš Forman e Vittorio Taviani il cinema internazionale ne ha sempre di meno.
Forman, figlio della Cecoslovacchia straziata dal nazismo, con entrambi i genitori vittime della ferocia dei lager e un’esistenza da impostare in solitudine, in un contesto di morte e di orrore impossibile da dimenticare.
Forman e i suoi capolavori (su tutti “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e “Amadeus”), Forman e la sua grandezza, Forman e i suoi sogni, di cui dovremo imparare, va a capire come, a fare a meno.
Allo stesso modo, dovremo imparare a fare a meno della poesia di Vittorio Taviani, la cui ispirazione marxista e la cui analisi sociale, spietata e sempre lucidissimo, costituivano un lampo di meraviglia e una ragione di lotta in una delle fasi storiche più deprimenti che si ricordino.
Il regista di “Allonsanfan” e “Cesare deve morire”, il regista della passione civile, capace di mantenersi attuale e moderno pur portandosi dietro tutta l’eredità del Novecento, il regista della battaglia e dell’impegno, che col fratello Paolo ha illuminato il cinema italiano di una luce impietosa e, proprio per questo, estremamente utile, in grado di mettere a nudo i nostri limiti, la nostra pochezza e i nostri vizi ma anche di fare emergere il nostro desiderio di riscatto, la nostra voglia di rinascere, il nostro orgoglio che si manifesta nei momenti peggiori.
Due lutti, dunque, contrapposti, a due splendidi anniversari. Auguroni a Claudia Cardinale, ottantenne di lusso, la cui carriera parla da sola, trattandosi di una delle icone del cinema mondiale, di un’attrice bellissima e riconosciuta ovunque non solo per le sue interpretazioni ma anche per la sua eleganza, il suo garbo e il suo fascino dirompente che si è mantenuto nel tempo, senza snaturarsi.
E auguroni, infine, anche a Gino Strada, un benefattore dell’umanità, per i suoi settant’anni. Auguroni a un medico che ha dedicato l’intera vita agli ultimi del mondo, sempre contro la guerra, sempre a favore del prossimo, disposto a curare chiunque senza chiedergli la carta d’identità, la professione o l’appartenenza politica o ideologica. Auguroni a lui e ad “Emergency” per tutto ciò che di straordinario hanno realizzato e continuano a realizzare in ogni angolo del pianeta. E grazie Gino, grazie: per la tua limpidezza morale, per il tuo coraggio e, più che mai, per le tue denunce. Un orizzonte di pace ancora vivo, una luce che non si spegne, una battaglia per l’avvenire di tutti, una speranza, ciò di cui abbiamo disperatamente bisogno. Non mollare, Gino, neanche ora che l’età avanza e la stanchezza, immagino, comincia a farsi sentire.
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