Si chiamava Maksim Borodin e stava indagando sulle morti di mercenari russi, membri del cosiddetto “Wagner Group”, l’esercito privato che Mosca sa per operazioni non ufficiali in Siria. E’ morto ieri in ospedale dopo essere precipitato giovedì, dal balcone del suo appartamento al quinto piano di un edificio a Ekaterinburg, nella regione degli Urali, in Russia.
Trentadue anni, Borodin lavorava per il sito russo Noviy Den, ed era specializzato in casi di criminalità e corruzione. Secondo le autorità locali “non ci sono motivi per farne un caso” visto che l’appartamento risultava chiuso e le chiavi sarebbero state in casa.
La vicenda probabilmente finirà per essere derubricata a suicidio. Ma la sua caporedattrice Polina Rumyansteva non ci crede. Non è ancora stata ritrovata alcuna nota o messaggio di addio e un suo amico ha scritto su Facebook di aver ricevuto una sua telefonata qualche ora prima della caduta: in stato di stress emozionale alle 5 del mattino, dicendo che degli uomini armati con delle maschere e uniformi mimetiche erano sul suo balcone e avevano circondato l’appartamento. “Aveva bisogno di un avvocato, per questo mi ha chiamato – ha scritto – la sua voce era tesa ma non isterica o ubriaca”.
I suoi ultimi articoli vertevano su frodi elettorali e sulle morti di mercenari russi in Siria.
Harlem Desir, il rappresentante per la libertà dei media dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha detto che la morte di Borodin desta “serie preoccupazioni. Chiedo alle autorità un’investigazione completa in tempi rapidi”.
In Russia dal 1992 sono stati assassinati 58 reporter, secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti.
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