Il 19 aprile udienza di un processo che vede imputati gli Spada per tentato omicidio. La giornalista fu testimone oculare. Da allora vive sotto scorta
A pochi giorni dal processo in cui deve confermare la testimonianza della sparatoria di cui fu testimone oculare e per la quale il 17 luglio 2013 finì sotto scorta, alla giornalista di Repubblica Federica Angeli è stata inviata una busta contenente un proiettile avvolto in due tovaglioli. La missiva non è stata recapitata al suo giornale, ma alla redazione di Roma del Fatto Quotidiano, che ne ha dato notizia il 7 aprile 2018 spiegando di averla ricevuta nei giorni precedenti. “Chi ha spedito la missiva ha sbagliato indirizzo, o forse ha sbagliato giornale”, scrivono nell’articolo (leggi).
La busta, scritta a mano e con un timbro postale quasi illeggibile, è stata sequestrata dalla Squadra Mobile e dalla Digos di Roma che indagano sulla vicenda.
Il 19 febbraio 2018 la giornalista Federica Angeli aveva già testimoniato contro Armando Spada, imputato per minacce e violenza privata nei suoi confronti (leggi). L’intimidazione risale a maggio 2013, quando Spada la rinchiuse in una stanza dello stabilimento balneare Orsa Maggiore di Ostia, dove la giornalista era andata a chiedere informazioni su un cambio di gestione insieme a due suoi operatori, e la minacciò di morte.
Il 19 aprile prossimo invece dovrà confermare in aula ciò che ha visto la sera del 16 luglio 2013 dalla terrazza della sua abitazione durante la sparatoria fra esponenti dei clan di Ostia (vedi). Per quella testimonianza il giorno dopo la sparatoria fu messa sotto scorta e lo è tuttora (leggi).
La cronista ha commentato il ritrovamento della busta con il proiettile sulla sua pagina Facebook con queste parole : “Volevate farmi sentire che sono nel mirino? Lo sapevo già. Non c’era bisogno vi scomodaste. Volevate rovinarmi la giornata e farmi tremare lo stomaco? Ok. Bravi. Ma domani passa. (…) Vi invito al coraggio, anche oggi. Anche se ce la mettono tutta per farci passare la voglia di lottare. Noi siamo qui. A schiena dritta”. L’8 aprile, sempre sulla sua pagina virtuale, Angeli ha ringranziato tutti per la solidarietà ricevuta e ha scritto ancora: “So che sarà complicato risalire a chi ha spedito quel proiettile. Ma niente è impossibile”.
Molti attestati di solidarietà a Federica Angeli. Su Twitter si sono schierati al suo fianco il premier Paolo Gentiloni e il sindaco di Roma Virginia Raggi; Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e il reggente del pd Maurizio Martina. Vicinanza alla giornalista è stata espressa anche dai Cdr di Repubblica, de Il Fatto Quotidiano e de La Stampa.
“Gli attacchi e le intimidazioni non la spaventano e non ci spaventano” ha detto il direttore di Repubblica Mario Calabresi, mentre in una nota congiunta di Ordine dei giornalisti e della Federazione della Stampa si legge: “Federica Angeli non ha intenzione di arretrare e noi saremo al suo fianco. Per questo il 19 aprile saremo in aula, insieme ad Usigrai, Articolo 21, No bavaglio e altre associazioni, al processo in cui Federica Angeli sarà chiamata a testimoniare” (leggi).
RDM