Il 21 marzo 44 paesi africani hanno siglato a Kigali in Ruanda un accordo per creare una Zona di libero scambio (Zlec), fondamentale per lo sviluppo economico del continente. Lo ha annunciato l’Unione africana. L’intesa che sancisce la creazione della zona di libero scambio è considerato un passo storico verso l’unione economica e monetaria del continente con il quale abbiamo stretti rapporti commerciali e di cooperazione.
Quanti TG hanno coperto la notizia?
Doveva essere una “guerra lampo” contro il terrorismo. 16 anni dopo e 900 miliardi di dollari spesi, di cui 7,5 dall’Italia (Fonte: Milex, Osservatorio sulle spese militari italiane), l’Afghanistan è un paese sempre più insicuro. Dal 2009 sono stati 24.841 i civili uccisi e 45.347 i feriti (fonte: UNAMA) di questo conflitto dimenticato, che per l’Italia rappresenta “la più lunga e costosa campagna militare” secondo il rapporto Milex uscito nell’ottobre del 2017. Nel 2017 sono stati ben 73 gli attentati. Ma in Italia chi ne ha parlato?
Quanto e come si parla di esteri nei TG italiani è il focus della ricerca che COSPE onlus, l’Osservatorio di Pavia, Usigrai e FNSI hanno realizzato nel primo rapporto “Illuminare le periferie del mondo”
La ricerca, condotta e curata da Paola Barretta dell’Osservatorio di Pavia, nasce dall’esigenza di analizzare la quantità e la qualità dell’informazione rispetto alle notizie dagli esteri, per capire quali strumenti informativi possano avere i cittadini italiani per riuscire a leggere la realtà del mondo complesso e i contesti sempre più globali in cui viviamo e agiamo. Un documento che analizza 5 anni di telegiornali italiani (2012 – 2015) e nel dettaglio gli esteri nell’informazione televisiva tra il 2016 e il 2017. All’analisi dei telegiornali italiani, si affianca un’analisi di confronto fra i notiziari delle principali reti pubbliche di cinque paesi europei nell’anno 2016. La ricerca mette a confronto con i nostri anche i principali telegiornali pubblici europei (di Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna e Spagna) per scoprire che hanno un tratto in comune: l’eurocentrismo. Nel complesso, i cinque notiziari europei dedicano il 45% delle notizie della pagina esteri all’Europa a seguire, a molti punti di distanza, Asia, America settentrionale, l’Africa, l’America meridionale e l’Oceania.
Un quadro un po’ triste quello che emerge dalla ricerca, che sarà presentata a Torino che colloca l’informazione televisiva italiana tra le più provinciali d’Europa, che guardano solo al proprio ombelico e soprattutto con un sistema mediatico che contribuisce ad alimentare un immaginario troppo parziale dei fenomeni che ci circondano. Ci viene presentato un mondo “altro” rispetto al nostro dove carestie, catastrofi naturali, fughe e migrazioni capitano ciclicamente in modo ineluttabile. Cause politiche o ambientali che siano, ormai poco cambia. Sulle migrazioni, per esempio, oggi l’informazione si concentra molto sui luoghi di transito senza riuscire a intercettare il prima e il dopo, i luoghi di origine e le storie e i percorsi di arrivo, anche sui conflitti e il terrorismo il racconto risulta frammentato.
La redazione del rapporto annuale “Illuminare le Periferie” nasce proprio per dare un contributo alla riflessione nel mondo dell’informazione italiana e per questo si tratta di un’iniziativa congiunta dei Sindacati dei giornalisti, FNSI e Usigrai, da tempo impegnati oltre che sul fronte sindacale anche sul tema della qualità dell’informazione, di un organismo di ricerca qualificato come l’Osservatorio di Pavia e di una ONG come COSPE che ha da sempre messo al centro della propria azione, oltre agli interventi di cooperazione internazionale, l’azione di stimolo e sensibilizzazione dell’opinione pubblica italiana sugli squilibri e le interdipendenze Nord-Sud. La ricerca, condotta e curata da Paola Barretta dell’Osservatorio di Pavia, è divisa in tre parti che approfondiscono questi primi dati presentati: l’analisi cronologica degli esteri e delle periferie dal 2012 al 2017 (I semestre), l’approfondimento qualitativo sulle periferie con un focus sulla guerra in Siria, il confronto tra i principali telegiornali europei sulla pagina degli esteri e sul racconto delle periferie. Un modo per porre l’accento sulla necessità di lavorare nel mondo dell’informazione con coscienza critica ed attenzione ai luoghi dimenticati, alle tante ingiustizie di cui non si parla, delle violazioni dei diritti umani che restano nascoste.
Uno strumento, il rapporto, che vuole diventare occasione annuale di riflessione e scambio tra mondo delle ONG, della ricerca e gli operatori dei media come contributo al miglioramento della qualità dell’informazione e al pluralismo.
Appuntamento lunedì prossimo 9 aprile a Torino, dalle ore 9 presso il Campus Einaudi dell’Università di Torino per la presentazione del Rapporto