“Mio fratello, una macchia sul muro…”

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Come si può dimenticare una strage in cui persero la vita due piccoli gemelli di appena sei anni, Giuseppe e Salvatore Asta ed alla loro giovane madre, Barbara Rizzo.
Come si può dimenticare ciò che accadde il 2 aprile del 1985 a Pizzolungo, quando la follia mafiosa voleva uccidere con un’autobomba il magistrato Carlo Palermo e uccise tre vittime innocenti.
La sorella, Margherita Asta, con quelle parole (“Mio fratello, una macchia sul muro…”) ricorda quella strage. Ognuno di noi ha il dovere di ricordare, innanzitutto per la memoria di tre vittime innocenti, e poi per sfatare la falsa convinzione che le mafie “non uccidano donne e bambini”.
Ecco qui, tre in un colpo solo, tre vite spezzate per la follia e la sciagura di pochi uomini, senza onore.
Per non dimenticare mai!


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