BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Il fotoreporter Mauro Donato è stato scarcerato! Oggi con l’avvocato e la famiglia in Fnsi

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Mauro Donato è tornato in libertà. Il fotoreporter torinese 41enne detenuto dal 16 marzo con l’accusa di rapina aggravata dall’uso della violenza in Serbia, dove con un collega documentava la vita dei profughi, è stato scarcerato. Una volontaria della Onlus One bridge to Idomeni, Gloria Gemma, ha testimoniato oggi portando ulteriori prove dell’innocenza di Donato, che può fare rientro in Italia. Per la sua liberazione si sono attivati l’ambasciata a Belgrado e la Farnesina ed è stata organizzata anche una petizione online. Il fotoreporter era in Serbia dal 10 marzo col collega freelance Andrea Vignali per documentare il fenomeno migratorio e integrare un lavoro per il progetto Exodos, una mostra fotografica itinerante che a giugno sarà ospitata al Parlamento europeo.
È stato scagionato da diverse testimonianze, a partire dalle stesse vittime che incontrandolo in tribunale avevano smentito che fosse lui l’autore dell’aggressione. E nonostante questo, era stato trattenuto in carcere.

«La famiglia e l’avvocato del fotoreporter italiano Mauro Donato, detenuto dal 16 marzo scorso in carcere in Serbia, dove si era recato insieme ad un collega per documentare la vita dei profughi e le attività dei diversi operatori umanitari, sono felici di comunicare che Mauro è stato finalmente scarcerato e sta rientrando in Italia». Lo affermano, in una nota, i familiari e la legale di Mauro Donato. «Ringraziano amici, colleghi e quanti si sono in ogni modo adoperati per la sua liberazione. Un ringraziamento particolare – proseguono – al presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, all’Associazione Stampa Subalpina, al professor Luigi Manconi e all’Ufficio Italiani all’Estero della Farnesina».

Mauro Donato sarà presente oggi, venerdì 6 aprile, alle 11, alla conferenza stampa organizzata nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, in corso Vittorio Emanuele II, 349 a Roma.


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