Di Pino Salerno
Cosa è stata l’informativa alle Camere sulla Siria del premier dimissionario, ed ex ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni? Una compiuta analisi di fatti, eventi, situazioni strategiche nell’intera regione mediorientale? Lo sforzo di gettare uno sguardo al di là del Mediterraneo, verso oriente, per comprendere come le due superpotenze (con la complicità di qualche paese europeo) e le potenze regionali si contendano un immenso territorio geopoliticamente instabile, ma di importanza cruciale per gli equilibri mondiali? L’offerta a senatori e deputati, dall’alto della sua esperienza nelle relazioni diplomatiche, di una riflessione su come si costruiscano i processi di pace in un XXI secolo particolarmente colpito dalla “Terza guerra mondiale a spicchi” come spesso ci dice papa Francesco? E il tentativo di fornire qualche risposta credibile alle obiezioni fondate che giungono da Corbyn (il cui intervento rigoroso è stato pubblicato dal quotidiano The Guardian e tradotto in Italia da Repubblica) fino a illustri costituzionalisti italiani sulla illegalità dell’intervento missilistico di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, e sulla crisi della democrazia parlamentare? Nulla di tutto questo. Sia alla Camera che al Senato, il discorso di Gentiloni è apparso come un “compitino”, scritto solo per liquidare burocraticamente il fastidio di dover informare il Parlamento (che per la Costituzione resta sovrano, soprattutto in fatto di pace, guerra e relazioni internazionali). Insomma, un allineamento del governo italiano alle posizioni di Trump, Macron e May, con tanto di adesione all’intervento, motivato da “prove” sull’uso delle armi chimiche da parte di Assad. Infine, una notazione sul dibattito tra le forze politiche: sono state espresse posizioni molto diverse e contrastanti, e ci vorrebbe un bravo alchimista per mettere assieme la politica estera 5Stelle così come rappresentata da Giulia Grillo alla Camera e quella esposta dalla Lega, alla Camera come al Senato. Un enorme problema per il Quirinale.
Alcuni passaggi di Gentiloni alla Camera e al Senato. Italia alleato fedele degli Usa e le prove sull’uso dei gas in Siria
“L’Italia non è un paese neutrale, non è un paese che sceglie di volta in volta se schierarsi con la Nato o con la Russia. L’Italia è da sempre un coerente alleato degli Stati Uniti, chiunque sia a governarli. È una scelta di campo? Sì è una scelta di campo. E non dipende solo dal fatto che gli americani ci liberarono del nazifascismo, ma da una difesa continua dei nostri valori. Nessuna stagione sovranista potrà cambiare il ruolo dell’occidente e la sua natura. Si può essere coerentemente nell’Alleanza Atlantica e contemporaneamente perseguire degli obiettivi e segnare delle differenze, così come è accaduto nella gestione della crisi in Siria”, ha detto il presidente del Consiglio. Inoltre, ha proseguito in Siria si è giunti al punto in cui “è inevitabile il negoziato con un regime orribile”. E “abbiamo chiarito ai nostri alleati fin dall’inizio la nostra contrarietà a ogni escalation e la convinzione italiana sull’impossibilità di giungere a una soluzione di conflitto con l’uso della forza e con l’idea di cacciare manu militari il dittatore Bashar al Assad da Damasco”, ha detto Gentiloni. “Non mi domando dove sia la ragionevolezza nell’uso delle armi chimiche contro il proprio popolo”, ha aggiunto il capo del governo. “Siamo di fronte a una tragedia di una guerra e di regime orribile, eppure con questo regime orribile, ripete l’Italia da anni, il negoziato è inevitabile”, ha sottolineato il presidente del Consiglio. Nella sua informativa urgente, il premier ha ripetuto al Senato quanto già detto a Montecitorio, aggiungendo però che le immagini di Douma, dei bambini intossicati dai gas, sono vere. “Non c’è nessun indizio che queste immagini siano state manipolate, che siano false”, ha detto il presidente del Consiglio. Le stesse parole pronunciate dal presidente del Consiglio francese Eduard Philippe al Parlemento transalpino. Gentiloni ha rivelato poi che gli ispettori dell’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche), dopo essere rimasti bloccati per giorni a Damasco, dovrebbero essere arrivati a Douma. Il premier poi ha spiegato la posizione del governo rispetto all’attacco di Stati Uniti, Regno Unito e Francia. “Una riposta motivata, lo stesso aggettivo usato un anno fa. Risposta motivata e mirata e circoscritta. Non ci sono indicazioni – ha aggiunto Gentiloni – di vittime civili, non ci sono evidenze di danni collaterali consistenti”. Un compitino burocratico: ma molto rischioso.
Fornaro, LeU: “contrari all’uso delle armi chimiche ma anche ad azioni militari unilaterali”
“Da quest’Aula i deputati di Liberi e uguali vogliono riaffermare la condanna ferma e netta all’uso di armi chimiche nella convinzione che bisogna individuare e consegnare alla giustizia internazionale i responsabile di questi crimini contro l’umanità e che con le bombe e i missili non si porta la pace né in Siria e né in Medio Oriente”, dice Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio, nel corso del suo intervento in Aula durante il dibattito sulla crisi siriana. Fornaro, quindi, chiarisce: “Non sono in discussione le alleanze internazionali per l’Italia”, ma con la stessa nettezza bisogna dire “che non sono ammissibili azioni unilaterali come quelle compiute in questi giorni”. Quanto all’utilizzo delle basi italiane, infine, Fornaro sottolinea la necessità di inibirlo a chi partecipa a raid in Siria.
Fassino, Pd: “dalla crisi siriana si esce solo per vie diplomatiche”
“Il Partito Democratico ha condiviso la scelta del governo di non aver partecipato con un ruolo attivo nell’intervento militare in Siria. Da un conflitto come quello siriano si può uscire solo per vie diplomatiche e per questo è necessario un salto di qualità degli attori internazionali oggi impegnati, perché non si governa un mondo globale sulla base di politiche nazionali. Bisogna parlare con una sola voce e agire con una sola mano”, ha detto il deputato del Partito Democratico, Piero Fassino.
Giulia Grillo, M5S: “cercare soluzione diplomatica”
“Pur restando sotto l’ombrello dell’Alleanza Atlantica, l’Italia deve cercare una risposta diplomatica per la crisi in Siria, perché la nostra Costituzione recita che l’Italia ripudia la guerra. È necessario che l’Ue si compatti in sede Onu per trovare una soluzione diplomatica di pace e non di guerra”, ha detto la capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, Giulia Grillo.
Picchi, Lega, ribadisce la posizione filorussa di Salvini
“Molti dubbi e molte zone d’ombra”, per la Lega, nell’informativa del premier Paolo Gentiloni sulla situazione in Siria. “Non si capisce perché – dice intervenendo in Aula a Montecitorio il leghista Guglielmo Picchi – gli ispettori Opac siano arrivati prima e non dopo” l’attacco. Ma l’esponente del Carroccio ricorda che “quando la Nato, su mandato Onu, svolge missioni di polizia o di pace internazionale esiste il mandato Onu: e qui il mandato Onu non c’era”. In Siria “parliamo dell’iniziativa di tre alleati – prosegue – che hanno deciso di intervenire unilateralmente in Siria”. La Nato è stata richiamata “in maniera non corretta”, così come un errore è stato “mettere in dubbio la posizione della Lega sull’alleanza atlantica”. “Condanniamo sempre e comunque l’uso di armi chimiche – va avanti Picchi – è indegno l’uso che se ne fa in qualsiasi scenario. Ma non sono le bombe che possono portare la pace in Siria”. Il leghista ha ribadito anche la posizione filo-russa del Carroccio. “Noi vogliamo far sì – dice -che la Russia collabori su tutti i dossier internazionali, questo è il ruolo che l’Italia deve svolgere. Dobbiamo far sentire la nostra voce in tutti i contesti e questo non abbiamo fatto in questi anni. Abbiamo gli strumenti per ingaggiare i russi. La Russia è un partner ed è parte della storia”.
Valentini, Forza Italia: “veramente necessario l’attacco in Siria? Assolutamente no”, e rilancia il dialogo con la Russia
“Non vi sono prove certe dell’attacco chimico” a Douma. A dirlo in aula alla Camera, Valentino Valentini, a nome di Forza Italia, in replica all’intervento del premier Paolo Gentiloni. E aggiunge: “L’attacco alla Siria era veramente necessario? Era necessario o si è trattato solo di una pericolosissima azione dimostrativa con il rischio di innescare un pericolosissima escalation? Difficile rispondere”. Secondo Forza Italia, “la Russia deve essere visto come partner strategico e non come avversario”. Quanto ad Assad “non è realistico pensare di sostituirlo, ma va messo in condizione di non nuocere”. E questo si ottiene “dialogando con la Russia”.
Emma Bonino, +Europa: “il posto di Assad è finire di fronte alla Corte Penale internazionale”
“Dubbi sull’iniziativa internazionale” di intervento in Siria sono stati espressi al Senato nel suo intervento da Emma Bonino del Gruppo Misto, “ma non vuol dire parteggiare per Assad, il cui unico posto è finire la sua carriera di fronte alla Corte Penale internazionale”. Ma Bonino ha anche precisato di “condividere le posizioni espresse dal presidente del Consiglio” Paolo Gentiloni nel suo intervento, nonostante i dubbi.