“I fantasmi d’Ismael” di Arnaud Desplechin: cerebrale, astratto

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Arnaud Desplechin, uno dei registi più significativi d’oltralpe, sarà sugli schermi italiani il 25 aprile con “I fantasmi d’Ismael”, lavoro presentato l’anno scorso a Cannes. La storia è di Ismaël, un regista che sta girando un film ispirato alla figura di suo fratello ed è ancora scioccato per la scomparsa di sua moglie Carlotta, avvenuta vent’anni prima. In tutto quel periodo Ismael si è preso cura del suocero, un uomo vecchio che non si è mai dato pace per questa figlia che tutti oramai credono morta. Quando finalmente Ismael è riuscito a rifarsi una vita con Sylvia, un giorno, per caso, Carlotta ritorna e, tra lo sconcerto generale, vuole vivere con l’ex marito e la sua nuova compagna perché non sa dove andare. Ovviamente il triangolo non potrà non avere ripercussioni e Ismael, sull’orlo della follia, fugge lasciando anche le riprese del film …

La prima parte ricorda “La donna che visse due volte” e riesce in qualche modo a intrigare, ma più il lungometraggio procede, più è messa troppa carne al fuoco: l’identità e il suo doppio, il processo creativo, dove si narra la costruzione di un film nel film, l’amore come salvezza dalla follia, con tanti riferimenti ad artisti noti e citazioni dotte. Temi appena abbozzati che non costituiscono un discorso compiuto e non appassionano perché hanno la verbosità del cinema che parla soprattutto di se stesso. Il pubblico di Cannes è rimasto freddo, vedremo ora quello italiano.


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