Il caso Alpi-Hrovatin per il momento non si archivia. Oggi, davanti al gip Andrea Fanelli, sono stati depositati nuovi atti. Si tratta di alcune intercettazioni del 2012 in cui si sentono cittadini somali, residenti in Italia, parlare del duplice omicidio di Mogadiscio. L’incartamento fa parte di una inchiesta della Procura di Firenze su un presunto traffico di camion dismessi dell’Esercito Italiano verso la Somalia.
Per permettere l’esame della documentazione appena acquisita, il gip ha fissato un nuovo termine alle parti, calendarizzando per l’8 di giugno una nuova udienza.
Nessun commento da parte di Luciana Riccardi Alpi, mamma di Ilaria, che dice di essersi illusa già troppe volte.
Intanto, davanti a Piazzale Clodio, c’è stato il presidio “Noi non archiviamo il caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin”, promosso dalla Federazione nazionale della Stampa italiana, Usigrai, Cdr del Tg3, Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, associazione Articolo21 e rete NoBavaglio, Libera e Libera Informazione.
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Roma 17 aprile, “Noi non archiviamo Ilaria e Miran”