Per Cassazione e Cedu a Genova fu tortura. Non è oltraggioso ribadire l’incidenza di quella grave vicenda sulla credibilità delle istituzioni
Apprendiamo dalla stampa la notizia dell’avvio da parte del procuratore generale della Cassazione di “accertamenti preliminari” nei confronti del sostituto procuratore generale di Genova, Enrico Zucca, per le dichiarazioni rese nell’ambito di un convegno organizzato dal Consiglio dell’ordine degli avvocati di Genova. Sempre sui media è stata diffusa la notizia di un’iniziativa del Ministero della giustizia tesa ad acquisire gli atti relativi all’intervento del magistrato. Si ripropone, ancora una volta, il tema del diritto del magistrato a partecipare al dibattito pubblico.
Consapevoli dei criteri di equilibrio e di misura che devono caratterizzare la manifestazione del pensiero da parte dei magistrati, ribadiamo che la non condivisione dei contenuti non può essere impropriamente “sanzionata” con iniziative di carattere disciplinare. Con riferimento al merito delle dichiarazioni del sostituto procuratore Zucca, osserviamo che le pronunce della Corte di cassazione e della Corte europea dei diritti dell’uomo hanno qualificato i fatti di Genova in termini di tortura e hanno censurato il nostro Paese per non avere posto in essere quegli adempimenti procedurali – tra cui la sospensione dal servizio dei responsabili – necessari per prevenire e reprimere il delitto di tortura.
Lo stesso Capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha rilevato la grave ricaduta di quei fatti sul rapporto di necessaria fiducia che i cittadini devono avere nei confronti di chi esercita il monopolio legittimo della forza, sottolineando l’importanza di accertare le “responsabilità sistemiche”.
Riteniamo che non possa qualificarsi oltraggioso per le forze dell’ordine ribadire, sulla base di queste premesse condivise, l’incidenza di quella grave vicenda sulla credibilità delle istituzioni, nell’ambito delle quali, nel pieno rispetto della legge e dei diritti delle persone, si collocano le forze di polizia con il loro quotidiano e indispensabile lavoro, nella legalità e a tutela della legalità.