Alle nove del mattino del 27 dicembre 1985, dinanzi ai banchi delle compagnie aeree dell’aeroporto di Fiumicino, si allungano file di passeggeri in arrivo o in partenza, sono passati due giorni da Natale c’è chi va in vacanza chi ne torna.
Scritto da Sandro Marucci
Una folla numerosa, frettolosa, ignara di quanto sarebbe successo di lì a pochi minuti. Quattro uomini armati di mitra e di granate seminano la strage: sono seguaci di Abu Nidal, il terrorista a capo del gruppo palestinese che i servizi segreti di tutto il mondo tengono d’occhio. La sorpresa è totale, la strage inevitabile: tredici morti e 76 feriti. Dei quattro terroristi tre vengono uccisi dagli uomini della sicurezza (particolarmente da quelli in servizio dinanzi al check-in della El-Al, la compagnia di bandiera israeliana, principale obiettivo dell’attacco. Il quarto rimasto ferito viene catturato. Sarà portato in ospedale, poi processato, condannato e…
Il pilota Ugo Gargiulo viene dall’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, all’aeroporto di Fiumicino ha avuto vari incarichi presso alcune compagnie aeree. Quella mattina di dicembre si è trovato sul luogo della strage. Ha sentito fischiare le pallottole, è stato travolto dall’esplosione delle bombe a mano, ha visto cadere intorno a se decine di feriti. Si considera un sopravvissuto, perché ancora oggi a 33 anni da quel giorno, quelle immagini le ha ancora precise nella mente, non riesce a dimenticare.
Il terrorismo islamico è tuttora una realtà terribile che incombe su tanti Paesi occidentali: Parigi, Londra, Madrid, Berlino. Le cronache riportano stragi fatte da gruppi organizzati o azioni solitarie opera di cosiddetti cani sciolti. L’attentato di Fiumicino del 1985 è stato fra i più efferati, eppure, contrariamente a quanto si poteva supporre, da noi non ha avuto repliche, l’Italia non ha subito attentati analoghi a quelli che hanno insanguinato le strade di altri capitali europee. Qualcuno dirà perché abbiamo servizi segreti migliori in grado di scoprire i terroristi prima che possano agire. Altri insinuano che essendo l’Italia l’unico Paese europeo ad avere in casa tre grandi organizzazioni criminali, mafia, camorra, ‘drangheta sono i loro stessi affiliati a collaborare con i nostri servizi di intelligence per far catturare i potenziali terroristi come sgraditi e pericolosi concorrenti del crimine. Ma c’è una terza ipotesi, ed è quella che Ugo Gargiulo (che sulla sua terribile esperienza ha pubblicato un libro, Il giorno dell’odio) ha espresso nel corso dell’incontro che ha avuto con i soci del Rotary Club Roma Olgiata protagonista di una serata sul terrorismo di grande interesse anche perché d’attualità. Per illustrarla il sopravvissuto di Fiumicino si è rifatto ai grandi eventi drammatici che hanno caratterizzato gli anni di piombo: l’”Achille Lauro”, la trappola di Sigonella, via Fani. A quarant’anni dall’uccisione di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, si è tornati a parlare della strana pax italiana che il terrorismo arabo ha in qualche modo rispettata. Ed è proprio a Moro che si deve pensare: alla sua politica mediorientale particolarmente morbida rispetto a quella degli Stati Uniti, tanto per fare un esempio. Si parlò addirittura di un “lodo Moro”, una sorta di segretissimo accordo fra il governo e i gruppi estremisti palestinesi: l’Italia, non vi perseguita e vi consente di muovervi entro i suoi confini anche con le vostre armi, che però vi impegnate a non usare contro di noi, a non fare attentati, a non seminare morte e distruzione com’è negli obiettivi della vostra azione violenta. Ci fu un periodo in cui il presidente del consiglio era Bettino Craxi e ministro degli esteri Giulio Andreotti: furono loro i protagonisti della crisi di Sigonella che vide gli americani costretti a rinunciare a catturare in Italia i dirottatori dell’ “Achille Lauro” dalla quale era stato gettato in mare un cittadino americano paralizzato sulla sedia a rotelle.
Si dirà: fantapolitica? Forse, ma resta il fatto che Craxi, Moro, Andreotti non ci sono più, negli anni la classe politica è totalmente cambiata, ma i sanguinosi attentati portati dall’islam contro l’occidente hanno finora risparmiato il nostro Paese. Sono da fare i debiti scongiuri. Che il “lodo Moro” sia ancora in vigore, all’insaputa di tutti, tranne che degli interessati?