Pinzillacchere: quando la legge non è uguale per tutti

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Immaginate che un tizio, o meglio una Tizia , dia un ceffone, o anche due, a qualcuno che per altro bene armato – ed anche ben protetto da elmetto e corpetto antiproiettile – pretenda di entrare in casa sua con la  forza. Immaginate  che un Caio, anch’egli    armato e molto ben    protetto da corpetto ed elmetto,  si avvicini ad una persona che giace a terra ferita, immobile ed indifesa e le spari una rivoltellata a bruciapelo. Immaginate  che ambedue, la Tizia che ha dato uno schiaffo ed il Caio che ha ucciso un uomo inerme e già ferito, siano processati. Vi aspettate  che la prima sia   assolta perché il fatto “non costituisce reato” o tutt’al più condannata  ad un’ammenda e che al secondo invece  venga comminata la pena di qualche decennio di carcere, o no? Sarebbe così in un paese “normale”. Ma né Tizia né Caio vivono in un paese normale.  Tizia  che in realtà si chiama Ahed Tamini,  è una diciassettenne di Nabi Saleh, un piccolo villaggio della Palestina occupata, e Caio, che si chiama Elor Azaria, è un  soldato dell’esercito israeliano di stanza a Hebron , città palestinese indebitamente occupata come tutta la Cisgiordania. Per la cronaca, annotate che l’uomo ucciso aveva anch’egli un nome, una famiglia, degli affetti e delle speranze¸ benché fosse palestinese:si chiamava Abdel Fattah al-Sharif.

Orbene Ahed Tamimi è stata condannata ad 8 mesi per uno schiaffo; ad Elor Azaria è stata comminata la pena di 18 mesi per un assassinio. Per la verità il pubblico ministero aveva chiesto per Elor Azaria una pena a tre anni, ma il tribunale l’aveva ritenuta eccessiva. Ma anche 18 mesi sono davvero troppi per l’assassinio di un palestinese, sicché la procuratrice militare israeliana Sharon Zagagi Pinhas ha aperto la procedura per ridurre la pena ad un anno, perché – ha spiegato – questa è una “misura standard” per i prigionieri che hanno una “buona condotta” e perché il condannato non costituisce un pericolo. Infatti: volete forse preoccuparvi che Elor Azaria, tornato a piede libero e trovandosi nei pressi di un palestinese ferito ed inerme lo freddi con un colpo di rivoltella? Che volete che sia un palestinese morto in più! Pinzillacchere!

Sembra impossibile, è assurdo, ma tutto ciò che ho raccontato è assolutamente vero. Il 21 marzo scorso il suo avvocato Gabi Lasky ha annunciato che Ahed Tamimi ha patteggiato la pena per evitare una condanna maggiore; ora si attende l’approvazione dei giudici militari che la stampa israeliana dà per certa;ma se così non fosse sarebbe solo per aumentare la pena. La sentenza a carico di Elor Azaria   è stata pronunciata il 4 gennaio 2017 dal tribunale militare di Jaffa e la procuratrice Pinhas ha avviato la settimana scorsa la procedura per ridurgli la pena.

Tutto assolutamente vero.

Non pensiate però che non valga più che la Giustizia è eguale per tutti. E’ tuttora vero. Purché non si tratti di quella israeliana e non sia il caso di qualcuno che faccia parte dell’esercito più morale del mondo. In tal caso è molto diseguale. Anzi, indecentemente diseguale.

Nino Lisi della Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese


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