Nel fascicolo delle indagini ci sarebbe l’esposto dell’ex presidente del tribunale Francesco Mazzaroppi (indagato nell’inchiesta principale) nei confronti dell’ex procuratore di Tempio Domenico Fiordalisi. E proprio questo articolo, pubblicato il 24 marzo nelle pagine di attualità regionale della Nuova Sardegna, ha spinto il procuratore facente funzioni della Procura di Tempio Pausania, Andrea Garau, a iscrivere la giornalista Tiziana Simula nel registro degli indagati per la presunta violazione dell’articolo 326 del Codice Penale che punisce la rivelazione di segreti d’ufficio commessa da un pubblico ufficiale.
«Imputazione sconcertante, perché ipotizzata nei confronti di una giornalista, e per di più contestata da una Procura della Repubblica che non è neppure la titolare della indagine cui faceva riferimento l’articolo», commentano in una nota congiunta Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Associazione della Stampa Sarda, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Unione cronisti sardi.
Nel decreto di perquisizione e sequestro, disposto per cercare il ‘corpo del reato’, il magistrato ha autorizzato i carabinieri a sottoporre, se necessario, a perquisizione personale i giornalisti e i poligrafici presenti nella redazione della Nuova Sardegna e nell’abitazione della giornalista Tiziana Simula. La giornalista è stata sottoposta a perquisizione personale al momento della notifica dell’atto giudiziario.
In attesa di conoscere nel merito le accuse ipotizzate nei confronti della cronista, che sta seguendo l’inchiesta romana che ha portato a iscrizioni nel registro degli indagati di magistrati e avvocati del Tribunale di Tempio, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Ordine dei giornalisti e l’Associazione della Stampa Sarda manifestano la propria preoccupazione per quello che considerano un gravissimo episodio di violazione del diritto dovere di cronaca e della libertà di informazione.
«La pubblicazione di un esposto presentato da un privato cittadino alla magistratura, un documento che tecnicamente non può essere considerato coperto da segreto istruttorio, oggi ha dato occasione per una inaudita intrusione delle forze dell’ordine e della magistratura nella redazione olbiese della Nuova Sardegna», rilveano Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Associazione della Stampa Sarda, Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Ordine dei giornalisti della Sardegna e Unione cronisti.
«La sede del giornale – proseguono – è stata perquisita dai carabinieri che hanno sequestrato materiale, questo sì, garantito e protetto per legge dal segreto professionale. I militari, incaricati dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania, hanno infatti sequestrato alla cronista Tiziana Simula il telefono personale e i computer personale e professionale. Quest’ultimo contiene tutta la posta, tanto quella personale quanto quella riservata diretta alla redazione olbiese della Nuova Sardegna, dove lavorano sei giornalisti».
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Associazione della Stampa Sarda, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna, l’Unione cronisti sardi manifestano «la propria totale solidarietà e vicinanza alla collega Tiziana Simula e ai giornalisti della Nuova Sardegna. Il sindacato – conclude la nota – vigilerà sugli sviluppi della inchiesta ed è fin d’ora a fianco dei giornalisti sardi in una battaglia di civiltà e di democrazia».
L’assemblea e il Cdr della Nuova Sardegna: «E ora #indagatecitutti»
L’assemblea dei redattori della Nuova Sardegna e il Comitato di redazione denunciano e condannano il gravissimo attacco alla libertà di stampa e a quella personale compiuto oggi nei confronti della Nuova Sardegna e della collega Tiziana Simula, giornalista della redazione di Olbia, da parte della Procura della Repubblica di Tempio Pausania. La collega è stata destinataria di un provvedimento di perquisizione che ha riguardato la sede di lavoro, l’auto, l’abitazione, il computer, il telefono e la sua persona. Nello stesso provvedimento si è paventata, se ritenuta necessaria, la perquisizione delle persone presenti in quel momento nella redazione del giornale.
Si tratta di un atto intimidatorio e gravissimo, senza precedenti, rivolto a una collega che ha correttamente esercitato il suo diritto-dovere di informazione con professionalità e serietà. I redattori della Nuova Sardegna riuniti in assemblea permanente denunciano un atteggiamento intimidatorio messo in atto dalla Procura di Tempio che non potrà avere l’effetto di fermare il lavoro della collega, alla quale vengono espressi solidarietà e sostegno, e di tutta la redazione, né il diritto dei lettori di essere puntualmente informati. La Nuova Sardegna non si è mai tirata indietro nel riferire le notizie, anche quando queste riguardano un potere dello Stato quale la magistratura, e continuerà a seguire su questa linea. I redattori si riservano di tutelare il diritto-dovere di informazione, diritto di rango costituzionale, in tutte le sedi opportune, compresa quella giudiziaria.
E ora #indagatecitutti.
La solidarietà del Cdr dell’Unione Sarda
Il Cdr e i giornalisti dell’Unione Sarda sono solidali con la collega Tiziana Simula e la redazione olbiese della Nuova Sardegna, in seguito al provvedimento della Procura della Repubblica di Tempio che ha disposto la perquisizione della redazione, il sequestro del telefono e degli strumenti di lavoro della collega.
È sacrosanta l’iniziativa con cui la Federazione Nazionale della Stampa, l’Associazione della Stampa Sarda, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Unione cronisti sardi hanno tempestivamente sollevato il caso, in difesa della libertà di informazione e del segreto professionale. Sosterremo ogni forma di protesta che gli enti di categoria intraprenderanno a tutela dei colleghi che ogni giorno compiono il loro dovere, nel pieno rispetto delle norme di legge e delle regole deontologiche.