È per ora l’unica città italiana a rispondere al bando del Centro europeo per il volontariato. Alecci (Csv): “Qui si sperimenta da sempre una solidarietà concreta e allo stesso tempo visionaria”. Il verdetto a dicembre. Tra le precedenti, Barcellona, Lisbona e Londra
Sarà italiana la capitale europea del volontariato del 2020? Dal 2014, anno in cui il titolo è stato creato, se lo augurano in molti. Da questa mattina se lo augura in particolare Padova, la prima e al momento l’unica città italiana ad uscire allo scoperto e a rispondere al bando lanciato dal Centro europeo per il volontariato (Cev).
La candidatura presentata dall’amministrazione comunale nasce dallo stimolo del Centro di servizio per il volontariato di Padova e sarà formalizzata entro il termine previsto del 29 giugno. Giunta alla settima edizione, l’iniziativa del Cev è un riconoscimento ai comuni che rafforzano le partnership con i centri di volontariato e con le organizzazioni che coinvolgono i volontari e il loro impatto. Nei primi quattro anni le capitali sono state Barcellona, Lisbona, Londra e Sligo (Irlanda). Quella del 2018 è la danese Aarhus (Danimarca), mentre per il 2019 è stata già scelta la città di Kosice (Slovacchia).
Il 25 ottobre prossimo tutte le città candidate dovranno presentarsi nel corso del congresso del CEV a Bruxelles mentre l’annuncio del vincitore sarà dato a dicembre. Al momento non vi sono altre candidature italiane annunciate.
Per Sergio Giordani, sindaco di Padova, “la candidatura è una bellissima sfida: il terzo settore è una componente fondamentale della comunità e proprio la nostra città è motore di nuove iniziative e di esperienze innovative necessarie per essere al passo dei tempi. Le motivazioni solide e profonde di chi fa volontariato, etiche, sociali e culturali, non cambiano, ma muta il contesto in cui si esplicano. Il comune di Padova sarà sempre a fianco di questa grande risorsa, operando in sinergia con tutte le realtà del terzo settore”.
Per Emanuele Alecci, presidente del CSV di Padova, “la candidatura può segnare per Padova un giusto riconoscimento del passato e uno stimolo per il futuro. È evidente a tutti, non solo agli addetti ai lavori, che Padova è da sempre stata capace di sperimentare una solidarietà concreta e allo stesso tempo visionaria. Da Civitas a Banca Etica, da Fondazione Zancan ai Beati i costruttori di Pace sono moltissime le iniziative di impegno civile nate qui e diventate patrimonio nazionale. Oggi, con le 6.200 realtà del terzo settore censite e le migliaia di volontari, Padova è ancora punta di diamante del volontariato italiano, ma necessita di nuove motivazioni e di un ricambio generazionale e culturale che può essere alimentato da questa candidatura”.