Mark Zuckerberg chiede scusa agli utenti di Facebook: “rottura della fiducia tra Facebook e le persone che condividono i loro dati”

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Di Beppe Pisa

Dopo giorni di attesa, in cui tutti i principali commentatori si chiedevamo che fine avesse fatto e che strategia volesse seguire, Mark Zuckerberg ha chiesto scusa agli utenti di Facebook: “Abbiamo sbagliato, c’è ancora molto da fare e dobbiamo accelerare e farlo”, ha scritto in un lungo post sulla sua pagina del social network, sostenendo di voler migliorare ancora di più e di essere pronto a prendere nuovi provvedimenti per prevenire nuovi casi come quello di Cambridge Analytica. “Abbiamo la responsabilità di proteggere i vostri dati e se non lo facciamo non meritiamo di servirvi”, ha detto Zuckerberg, che questa sera alle 9 ora di New York, le 2 di notte in Italia, è stato intervistato da Anderson Cooper su CNN. Nel suo lungo post, Zuckerberg ha detto che gli utenti i cui dati sono stati usati da Cambridge Analytica saranno avvisati nei prossimi giorni, anche se – ha continuato l’ad – già da ora tutti i dati usati non sono più in possesso del gruppo di consulenza che nel corso della campagna elettorale americana del 2016 li ha usati per aiutare Donald Trump a diventare presidente americano. Facebook, ha aggiunto, sta lavorando con un gruppo indipendente per certificare che le affermazioni di Cambridge Analytica siano vere.

“Non si è trattato solo di una rottura della fiducia tra Kogan (il ricercatore accusato di aver creato l’app che ha rubato i dati, ndr), Cambridge Analytica e Facebook. Ma è stata anche una rottura della fiducia tra Facebook e le persone che condividono i loro dati e si aspettano che noi li proteggiamo. Dobbiamo risolvere questo problema”, ha scritto il fondatore di Facebook. Zuckerberg ricostruisce anche la storia del gruppo e gli sforzi fatti per proteggere i dati degli iscritti. Poi l’ad ha annunciato che nelle prossime settimane saranno presi ulteriori provvedimenti. Questi sono i punti principali: “Apriremo una indagine su tutte le app che hanno accesso ai dati di Facebook […], restringeremo la possibilità agli sviluppatori di accesso ai dati […], creeremo uno strumento che dirà agli utenti quali app hanno accesso ai loro dati dandogli la possibilità di revocarlo”.  Intanto Zuckerberg ha detto che oltre a una indagine interna, il gruppo sta collaborando con le autorità per comprendere meglio quanto successo. Infine si è rivolto alla comunità: “Voglio ringraziare tutti voi che continuate a credere nella nostra missione e a lavorare per creare insieme questa comunità. So che ci vorrà più tempo di quanto vorremmo per risolvere questo problema, ma prometto che ci lavoreremo e creeremo un servizio migliore sul lungo termine”. Il titolo del social network dopo aver iniziato la giornata in perdita a Wall Street è riuscito a recuperare fino a toccare un rialzo del 3%, per poi chiudere in leggero rialzo: +0,7% a 169,39 dollari ad azione. Negli ultimi due giorni ha perso circa 50 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.

Fratoianni: serve commissione d’inchiesta su caso Cambridge Analytica 

“Il caso di Cambridge Analytica è allarmante. E non solo per una questione di privacy degli utenti dei social network. La possibilità di profilare in profondità gli utenti e di intervenire durante le campagne elettorali sulla formazione delle opinioni dei cittadini, attraverso profili falsi, agenzie false, notizie false, create ad arte per indirizzare un racconto, mette in crisi il sistema stesso della democrazia”. Lo scrive il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali in un post sul suo blog. “Sostituiamo la democrazia con un meccanismo per cui comandano delle agenzie di manipolazione delle informazioni, che possono stabilire chi vince e chi perde, chi finanziare e chi no? – si domanda l’esponente di Leu – Quanto costa rivolgersi a società di questo tipo? Chi può permettersi in politica un investimento di questo tipo?”, sottolinea Fratoianni. “Pare che Cambridge Analytica abbia lavorato anche per qualche partito in Italia, su cui ad oggi c’è uno strettissimo silenzio – aggiunge -. Io penso sia il caso che il Parlamento italiano si occupi del caso, con una apposita commissione d’inchiesta, per tutelare la privacy dei cittadini italiani, per scoprire la verità e per sapere quale utilizzo Facebook Italia fa delle informazioni di milioni di utenti. I cittadini italiani devono sapere – conclude Fratoianni – quale partito si è rivolto a questa società e quali fesserie sono state costruite per agevolarne la crescita elettorale”.

Da jobsnews


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