Tre giorni intensi di incontri nelle scuole in Piemonte, hanno lasciato in me la convinzione che questi ragazzi debbano essere sempre più il presente e non solo il futuro. E la consapevolezza, meravigliosa, che nonostante tutte le minacce e le angherie subite, vale davvero la pena lottare per loro. Le lacrime di molti di loro, incastonate nel volto di Beatrice – una giovane studentessa di Vinovo -, fanno sperare per questo nostro meraviglioso Paese e fanno comprendere quanto importante sia parlare ai ragazzi, confrontarsi, preservare le diversità delle idee e viverle come ricchezza, magari partendo dall’Articolo 21 della nostra Costituzione.
Piangeva a dirotto, Beatrice, mentre ha raccontato a tutti i suoi compagni, centinaia, quanto grande fosse il suo sogno di diventare Magistrato e bellissimo per me è stato sentire che “avesse trovato una nuova spinta nelle mie parole”. Una carezza per le loro lacrime e per le sofferenze nel cuore di ognuno di noi…
Ho snocciolato i nomi e gli affari mafiosi dei boss che cito nelle mie inchieste giornalistiche e, anche se lontani fisicamente da loro, hanno compreso come quelle mani sporche di sangue in Sicilia riguardano non solo i siciliani ma gli abitanti di tutta l’Italia, perché quel pomodorino di Pachino o quelle melanzane di Vittoria, arrivano sulle tavole di ogni italiano ed è bene sapere.
Conoscere vuole dire essere liberi.