Italia – Egitto, rapporti a gonfie vele nonostante l’omicidio di Giulio Regeni

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Dopo la morte di Giulio Regeni, avvenuta tra Gennaio e Febbraio 2016, interessante ed altrettanto inquietante è analizzare i dati che riguardano gli scambi commerciali tra Italia ed Egitto.

I due Paesi, infatti, dopo l’omicidio-Regeni non hanno affatto rallentato gli scambi economici ma, anzi, li hanno infittiti.

Prendendo in considerazione il triennio 2015/2017, interessante è notare l’evoluzione della posizione occupata dall’Italia come fornitore e cliente dell’Egitto e la relativa quota di mercato:

L’italia come fornitore (si intende la posizione occupata dall’Italia nella graduatoria dell’import egiziano) :

anno 2015, 6° , quota 4,4%

anno 2016, 4° , quota 4,4%

anno 2017, 5° , quota 5,5%

L’Italia come cliente (posizione occupata dall’Italia per quanto concerne i paesi destinatari dell’export dell’Egitto):

anno 2015, 2°, quota 7,5%

anno 2016, 3°, quota 6,6%

anno 2017, 2°, quota 8,4%

Nel 2017, quindi, l’anno successivo all’omicidio di Giulio Regeni, si registra un aumento delle forniture(quota +1,1%).

L’export dell’Egitto verso l’Italia, che logicamente corrisponde all’import del nostro paese verso quello di AlSisi, aumenta: l’Italia diventa la seconda nazione nella graduatoria con quota pari ad 8,4% (+1,8% rispetto al 2016).

Quindi, il periodo post-mortem di Giulio Regeni fa registrare un notevole incremento delle relazione economiche tra i due stati: ciò appare assai stridente se si considera che il Governo Italiano aveva promesso una concreta e costante ricerca della verità.

Cosa che, sembra piuttosto chiaro, non sembra sia stata realizzata: mai come nel nuovo millennio i traffici economici rappresentano e simboleggiano lo stato di salute tra due nazioni.

In questo caso, nonostante un omicidio brutale, nonostante un’evidente soppressione dei diritti umani, nonostante una ricerca della verità quantomeno goffa da parte di AlSisi, Italia ed Egitto sembrano rafforzare notevolmente le loro relazioni.

L’interscambio commerciale dell’Egitto con l’Italia:

nel 2016 (Gennaio-Novembre), 4190 milioni di euro

nel 2017, (Gennaio-Novembre), 4392 milioni di euro

Nel 2017, quindi, sensibile incremento del 4,8% (+202 milioni di euro).

Per quanto riguarda l’EXPORT italiano verso l’Egitto:

2016, 2814 milioni di euro

2017, 2698 milioni di euro

Quindi, -4,1% (-116 milioni di euro)

L’IMPORT, invece:

2016, 1376 milioni di euro

2017, 1694 milioni di euro

Quindi, +23,1% (+318 milioni di euro)

Analizzando i dati risulta che, nel periodo in cui il Governo Italiano assisteva da spettatore alle grottesche e fantozziane versioni sulla morte di Regeni, diminuisce l’export ed aumenta l’import!

Uno Stato che vuole realmente la verità blocca i traffici commerciali con la nazione in questione, cerca tramite l’economia di fare pressione, ma, invece… l’Italia vende di meno in Egitto ma, paradossalmente, da quest’ultimo compra di più!

La lotta per il rispetto dei diritti umani, per la giustizia, per la verità sembrano venir meno in maniera evidente.

Dall’Egitto, per tutto il 2016 e per tutto il 2017, hanno inventato patetiche e goffe storie sul ricercatore italiano: Regeni è morto a causa di un orgia omosessuale degenerata nella violenza, Regeni era una spia, Regeni era un trafficante di stupefacenti, Regeni era alcolizzato, Regeni era drogato, Regeni era un esaltato.

E nonostante la messa in scena della cattura della banda di ladri coi documenti del ricercatore, nonostante la nomina come investigatore capo per il “caso” di Khaled Shalaby, che nel 2003 era stato arrestato per aver torturato a morte un uomo; nonostante l’arresto di Ahmed Abdallah, consulente in Egitto della famiglia di Giulio, nonostante questo e molto altro, l’Italia aumenta le esportazioni e le importazioni in maniera evidente.

L’Italia aumenta tutti i traffici commerciali con AlSisi.

I diritti umani sembrano naufragare nel mare dell’oblio.

Sembrano ci siano interessi più forti, dietro.

In tal caso, è utile analizzare i principali prodotti italiani esportati in Egitto nel periodo Gennaio-Novembre 2017:

prodotti che provengono dalla raffinazione del petrolio, 384 milioni di euro, 14,2% sull’export totale in Egitto

altre macchine di impiego generale, 357 milioni di euro, 13,2%

macchine di impiego generale, 336 milioni di euro, 12,4%

I prodotti che, invece, l’Italia importa dall’Egitto:

Petrolio greggio, 347 milioni di euro, 20,5% su import totale dall’Egitto

combustibili nucleari e metalli di base prezioni, 238 milioni di euro, 14%

Prodotti chimici di base, fertilizzanti, composti azotati, materie plastiche, 219 milioni di euro, 13%

L’Egitto, nello scacchiere economico mondiale, è una nazione assai importante, lo si denota dai prodotti che esporta: oro (2,65 miliardi di dollari), petrolio greggio (1,81 miliardi di dollari) e petrolio raffinato (802 milioni di dollari). Tutti materiali importantissimi, i più richiesti, i più preziosi.

L’Italia, all’interno di questo schema, gioca un ruolo assai importante: con l’Egitto, infatti, i rapporti sono assai remunerativi.

Le esportazioni egiziane in Italia, infatti, fruttano 1,47 miliardi di dollari. Primo paese in Europa, secondo nel mondo.

Se lo stato di salute tra due nazioni si verifica tramite i rapporti economici, si può dire che Italia ed Egitto godono di ottima salute.

Ed anzi, la situazione è proprio migliorata dopo il 3 Febbraio 2016.

Nonostante ci sia un omicidio di un ragazzo di ventotto anni di mezzo.

Nonostante sia stato ammazzato un ricercatore universitario.

Nonostante abbiano massacrato un nostro connazionale.

Nonostante abbiano ucciso Giulio Regeni.


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