Uno dei classici segnali di allerta nelle situazioni di abuso si ha quando una bambino mostra una serie di ferite ma l’abusatore costringe la vittima a raccontare storie di copertura come se le ferite fossero causate da incidenti fortuiti. Israele, che è un abusatore seriale e sistematico, sta di nuovo dimostrando con quanta mancanza di vergogna sta coprendo l’orribile maltrattamento dei bambini palestinesi e sta colpevolizzando le vittime per i crimini commessi dagli israeliani stessi.
Il 15 dicembre, nel villaggio di Nabi Saleh in Cisgiordania, un militare dell’esercito di occupazione israeliano ha sparato a distanza ravvicinata a Muhammad Fadel Tamimi con una pallottola di acciaio rivestita di gomma causandogli ferite devastanti alla testa.
Le foto del 15 enne sono circolate nel mondo mostrandolo con un terzo del cranio rimosso dopo l’intervento chirurgico svolto per salvargli la vita. Il minore sta aspettando di sottoporsi ad ulteriori interventi chirurgici riparativi, rimane in uno stato di grande vulnerabilità e dovrà affrontare un lungo periodo di convalescenza.
Il caso è diventato ancora più imbarazzante perché Muhammad è cugino di Ahed Tamimi, la 17 enne che è in prigione dal 19 dicembre 2017, ed è stata condotta davanti ad un tribunale militare per avere schiaffeggiato e spintonato due soldati dell’esercito di occupazione poco dopo che il cugino era stato ferito dalla pallottola. Sono ambedue membri della famiglia Tamimi contro la quale i leader israeliani hanno promesso punizioni collettive e vendetta per il loro importante ruolo nella campagna di resistenza nonviolenta al furto della terra di Nabi Saleh che Israele attua a favore gli insediamenti coloniali.
La notte del raid
Nelle ore precedenti l’alba del 26 febbraio, le forze di occupazione israeliane hanno condotto un raid a Nabi Saleh arrestando 10 persone, tar cui 6 minori. Uno di questi era Muhammad Fadel Tamimi. Lo hanno portato via per sottoporlo ad interrogatorio, ma lo hanno liberato qualche ora dopo lasciando gli osservatori ancora una volta sbalorditi dalla crudeltà e dalla cattiveria israeliana.
L’operazione era stata accuratamente preparata, giacché, come nota il quotidiano Haaretz, la detenzione di un bambino gravemente ferito “era stata approvata da un medico militare”. Tutto è divenuto chiaro nella notte di lunedì, quando Yoav Mordechai, il generale che dirige COGAT, il braccio burocratico dell’occupazione militare israeliana, ha scritto su Facebook che vi era una rivelazione che avrebbe assolto Israele dai suoi crimini contro Muhammad. Ciò corrisponde al classico sistema dell’abusatore seriale. Secondo Mordechai il ragazzo non era stato ferito da una pallottola alla testa ma era semplicemente caduto dalla sua bicicletta.
Scrive Mordechai: “qual’è la verità riguardante Muhammad Tamimi? Sorpresa delle sorprese! Oggi il ragazzo ha confessato di fronte alla polizia e di fronte al rappresentante del COGAT che in dicembre il suo cranio era stato ferito per aver sbattuto contro il manubrio della sua bicicletta mentre cadeva.” Mordechai continuava il suo post su facebook sostenendo che “la cultura delle bugie e dell’ incitamento è continua tra i bambini e gli adulti della famiglia Tamimi”. Il suo post era accompagnato dalla frase “fake news, notizie false” scritto in arabo. Mordechai, va notato, lavora a stretto contatto con l’Autorità palestinese, una collaborazione tra occupante ed occupato che viene attivamente sostenuta dall’ ONU.
“Orwelliano”
I difensori dei diritti umani e i giornalisti sono stati solleciti nello smontare la storia fantasiosa di Mordechai. Sarit Michaeli del gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha descritto la versione di Mordechai, secondo la quale i ragazzo “era caduto dalla bicicletta” come orwelliana. Ciò che è sorprendente, ella dice “non è tanto l’enormità della bugia” ma che “ una bugia così facilmente smontabile non poteva che essere indirizzata ad un audience di destra” Insieme a questa denuncia, Michaeli ha twittato la copia delle cartelle ospedaliere nelle quali veniva descritta l’ operazione condotta in emergenza per “la rimozione della pallottola” dalla testa di Muhammad Tamimi.
Anche Haaretz e Defence Children International Palestine hanno confermato quanto detto da Sarit, in base alle testimonianze e alla documentazione di cui erano venuti in possesso.
Coercizione di un ragazzino spaventato
Un giornalista dell’agenzia francese AFP ha riferito, il giorno successivo al fermo di Muhammad Tamimi, che il ragazzo aveva confermato di aver detto all’esercito di aver avuto un incidente in bicicletta, ma che aveva “mentito per evitare di essere incarcerato per aver preso parte alle proteste.”
Gaby Lasky, l’avvocata che difende i membri della famiglia Tamimi, ha accusato il capo del COGAT Mordechai di “cinico abuso” e di una “miserevole indagine preconfezionata per indurre un bambino spaventato a mentire durante l’interrogatorio”.
Lasky ha confermato ad Electronic Intifada che Muhhammad è stato sottoposto ad interrogatorio senza la presenza di un avvocato o di un genitore, una delle molte pratiche non lecite che Israele usa contro i bambini palestinesi per estorcere loro confessioni.
Michaeli di B’Tselem ha anche ironizzato sul fatto che Muhhammad Tamimi “ è l’unico ragazzino palestinese nella storia che nega di aver gettato sassi ed è creduto dall’ esercito israeliano”.
Israele non vuole ascoltare le parole
Michaeli di B’Tselem ha osservato astutamente che le fabbricazioni di Mordechai sono intese solo per il consumo della destra israeliana. Ciò significa che Israele sta accorgendosi di perdere malamente ogni sostegno da parte delle persone che a livello internazionale stanno dalla parte dei diritti umani. Per sostenere il livello di oppressione che i Palestinesi devono affrontare, Israele deve costantemente convincere “il fronte di casa sua”, di essere nel giusto, e che i suoi soldati si comportano bene, mentre i Palestinesi sono delle bestie che non soffrono mai davvero, ma che sanno solo mentire e fabbricare bugie per danneggiare “l’esercito più morale del mondo”. E a livello mondiale, Israele ha bisogno di affidarsi sempre di più ad alleanze con la destra globale che è avida di queste bugie, così come condivide con Israele la sua crescente islamofobia, il suo razzismo e la sua xenofobia.
Il messaggio per chiunque abbia a cuore i diritti umani è molto chiaro: un Israele così impazzito e sfrontato non si preoccupa di quello che dicono i gruppi per i diritti umani nei loro meticolosi rapporti e non è toccato dai timidi piagnucolii dell’Unione Europea e dei funzionari dell’ONU.
Israele si preoccupa solo di cosa fa la gente, e quindi la risposta a questo atteggiamento oltraggioso sta nello sforzo sempre maggiore per isolare questo regime a fargli pagare un prezzo attraverso il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni.
Da Electronic Intifada: https://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/israel-lies-boy-shot-head-fell-bike