80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

“Il filo nascosto”.  Un film magnifico di Paul Thomas Anderson

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“Il filo nascosto”, ambientato negli anni ’50 a Londra, ha per protagonista uno stilista di moda Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis) che, insieme a sua sorella Cyril (Lesley Manville), veste i reali, le star del cinema, i ricchissimi dell’epoca. Reynolds Woodcock è appassionato al suo lavoro, nel quale si realizza completamente e al quale profonde con orgoglio tutte le energie. Le donne per lui sono importanti nella misura in cui lo ispirano, ma le relazioni con loro non sono mai andate in profondità e non hanno superato che poche stagioni. Un giorno, durante un week end, il famoso stilista conosce Alma (Lesley Manville), cameriera in un albergo. La ragazza diventa sua musa e amante. Lui la porta con sé e trasforma le sue giornate in un’avventura lussuosa, ma tutto ciò ha un prezzo: Alma resta ai margini della vita di Woodcock, al cui centro è sempre il lavoro artistico. La donna è uno dei tanti satelliti intorno all’uomo che, pian piano, rivela appieno il suo carattere scostante, esigente, altezzoso. Alma però sa quello che vuole e vuole che lui diventi arrendevole e sottomesso, in una parola domato. Woodcock, che non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la madre scomparsa, ha nel cosiddetto desiderio di tornare all’utero materno il suo tallone d’Achille. Il duello amoroso della coppia si fa lotta per la sopravvivenza, vincolo di amore e morte, cui il più debole soggiace …

“Phantom thread” tradotto in italiano con “Il filo nascosto” è l’ultimo lavoro di Paul Thomas Anderson, un regista che si conferma grandissimo nel saper portare alla luce ciò che esiste ma non appare, sorprendendo con un’eleganza pari al mistero evocato. Con questo straordinario film, tra psicanalisi e racconto noir, Paul Thomas Anderson si conferma autore geniale. “Phantom thread” è un’opera strana, elegantissima, con tempi e fotografia perfetta, riesce a tenere desta l’attenzione e a suscitare interrogativi sorprendenti. Per quanto fantastica, la vicenda è intrisa di simbolismi inconsci: il cibo ad esempio, quale latte che nutre o avvelena; la malattia che vuole la dedizione di una madre; l’uomo di potere come un re che si fa nudo dietro bisogni primordiali. Paul Thomas Anderson narra con classe, senza declinazioni cervellotiche.  Daniel Day-Lewis, bellissimo e bravissimo, in sintonia con l’ambiente nel quale è collocato, è un magnifico protagonista: peccato abbia dichiarato che questa sia la sua ultima interpretazione. Accanto a lui Vicky Krieps è una partner all’altezza. Da non mancare.


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