La Procura ha sequestrato la fabbrica Emalia di via Lipowa numero quattro, nel quartiere di Zablocie a Ostrava in Repubblica Ceca. Tale Oskar Schindler, padrone della fabbrica, esponente del Partito nazista, attualmente in stato di fermo, secondo i magistrati avrebbe violato le leggi razziali tedesche e in particolare l’ordinanza del Reich numero 7, del 12 novembre 1938, per l’esclusione degli ebrei dall’economia tedesca.
“Evidente – ha sottolineato il Procuratore – l’intento dello Schindler di destabilizzare l’economia traendo un personale vantaggio economico”.
Ma una folla di donne e uomini, senza alcun preavviso, è andata a manifestare, a mani nude, davanti la fabbrica di Oskar Schindler, per gridare “solidarietà”. Per chiedere che la fabbrica torni a lavorare e che il suo padrone sia reso libero. Nei campi di concentramento si muore e quello che ha fatto Schindler è solidarietà, dicono in tanti davanti ai cancelli. Non è reato ma umana compassione, Signor Procuratore. Con le armi della legge chiudete i lager, non arrestate chi tenta di salvare disperati.