Emma Bonino fa settanta, dunque auguri e massimo rispetto. Auguri a una combattente senza eguali, auguri a una donna che ha sacrificato l’intera vita alla passione politica, auguri a una leader naturale, dotata anche di un discreto carisma, auguri a una delle donne grazie alle quali sono stati introdotti in Italia il divorzio e l’aborto, auguri ad un punto di riferimento per almeno due generazioni, auguri ad un’europeista a ventiquattro carati, cui dobbiamo una parte dei piccoli avanzamenti che sono stati compiuti su questo difficile ma imprescindibile versante.
E questi sono gli innegabili meriti del personaggio. Poi, onde evitare agiografie, va anche detto che la Bonino, negli ultimi vent’anni, ha commesso molteplici errori, si è rivelata spesso incoerente e, quel che è peggio, si è lasciata andare ad un europeismo acritico e strumentale che, purtroppo, mette in discussione i suoi indubbi meriti, che io stesso ho prima menzionato, su questo fronte. Senza contare la sua adesione al liberismo sfrenato, le sue posizioni ostili ai diritti sociali, la sua assurda proposta di congelare per cinque anni la spesa pubblica, la sua alleanza spuria e priva di alcun ancoraggio storico con Tabacci, la sua rivendicazione di alcune pratiche tipicamente radicali che altro non sono che emerite furbate e altri aspetti discutibili di una carriera politica che, per quanto gloriosa, nella sua seconda parte ha avuto più ombre che luci.
Ciò non significa, sia chiaro, che non riconosca il prestigio e lo straordinario ruolo sociale che ha avuto la Bonino nell’ultimo mezzo secolo né che non mi renda conto che senza la lungimiranza, talvolta quasi visionaria, dei radicali molte battaglie di civiltà non si sarebbero compiuto o sarebbero state comunque più fragili, meno tempestive e sicuramente meno incisive nel profondo della nostra società.
Emma Bonino, pertanto, va considerata una personalità complessa, cosa che del resto è: eccezionale sotto alcuni punti di vista, assai meno per altri aspetti, progressista in alcuni ambiti, ultra-conservatrice in altri. È comunque una donna onesta, una persona colta e una delle ultime appassionate di un’idea grintosa e costruttiva della politica, il che la rende di gran lunga preferibile a tanti personaggi contemporanei venuti fuori più grazie alla sovraesposizione mediatica che alle proprie effettive qualità, talora assenti.
Infine, e questo è forse il suo merito più grande, ha lottato con tutte le forze, e finora prevalso, su un terribile tumore che la costringe tuttora ad indossare un turbante, in quanto evidentemente la ricrescita dei capelli in seguito alla chemioterapia è inferiore alle attese.
Buon compleanno, Emma! E resta ancor a a lungo fra noi, mi raccomando, che pur essendo alle volte in disaccordo, anche su temi dirimenti, abbiamo tutti bisogno di personalità del tuo livello.
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