Dopo i saluti introduttivi della presidente della Cpo Fnsi, Alessandra Mancuso e della presidente dell’Odg Lazio, Paola Spadari, la presidente della Rai, Monica Maggioni ha illustrato le posizioni e le politiche adottate dall’azienda concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. «In Rai – ha detto – le questioni di genere sono già state recepite nel contratto di servizio. In merito alla parità salariale è stato avviato un monitoraggio sulle carriere per avere un quadro oggettivo dal quale partire per costruire azioni mirate a ridurre la disparità di retribuzione che è oggi del 10 per cento».
In tema di molestie sui luoghi di lavoro, invece, «la Rai si sta dotando di una nuova struttura di audit che si occuperà anche di assistere le colleghe che denunceranno gli eventuali episodi», ha anticipato infine Maggioni ricordando il lavoro fatto in questa direzione da Cpo Usigrai e Cpo Rai.
Per il direttore della Stampa, Maurizio Molinari, «dobbiamo oggi affrontare tutti insieme la sfida di far rispettare i diritti e di estenderli. Deve passare il concetto che ogni volta che una donna viene molestata ad essere colpiti siamo tutti. Tutti coloro che non tollerano che esistano le molestie».
La parità di salario, ha aggiunto Molinari, «è una delle questioni cruciali per una reale parità in tutte le democrazie occidentali. Le altre due sono: il sostegno alla genitorialità, per consentire alle donne di essere madri e lavoratrici e non costringerle a dover scegliere tra la maternità e la carriera; e la formazione, che anche nel giornalismo deve servire a creare una reale parità di opportunità lavorative».
Luigi Contu, direttore dell’Ansa, ha raccontato l’impegno quotidiano per l’uso di un linguaggio corretto. «C’è un coinvolgimento continuo – ha spiegato – di tutte le figure nelle redazioni per cercare sempre le parole, i titoli e le immagini corrette, ma non è semplice. Alcune immagini raccolgono più click. Alcuni titoli fanno più presa, ma sono offensivi. Compito del giornalismo è quello di aumentare la consapevolezza dei lettori».
Mentre il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso ha ricordato le troppe diseguaglianze che sono la cifra della nostra epoca. «Qualcuno – ha osservato – ci dice che per crescere bisogna alimentare le differenze e le disuguaglianze. Noi siamo convinti del contrario e proprio per questo ha ancora più senso affrontare in questo luogo i temi proposti oggi. Nel nostro mondo ci sono ancora tante disuguaglianze: di genere, economiche, di diritti. Abbiamo bisogno di una grande battaglia culturale, alla base della quale devono stare ben saldi principi e valori condivisi. Bisogna ripartire dall’articolo 3 della Costituzione. Per questo sindacato e Ordine dei giornalisti si sono già schierati e continueranno a farlo al fianco delle colleghe finite nel mirino di alcuni media che usano le parole come strumento di offesa. Avere diritti significa anche avere doveri, come cittadini e come professionisti. I nostri doveri professionali sono la ricerca della verità e il rispetto delle persone. Chi non osserva questi doveri offende la professione».
Al segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, il compito di illustrare il senso del contratto dei giornalisti Rai appena sottoscritto da azienda e sindacato. «Un rinnovo fondato su diritti e valori. In primo luogo – ha spiegato – per rafforzare il ruolo della Rai come Servizio Pubblico. L’azienda è impegnata dal contratto di servizio a prestare attenzione al linguaggio per la parità di genere. Il nuovo contratto integrativo, che recepisce le carte deontologiche e anche il manifesto di Venezia, vincola azienda e lavoratori al rispetto dei principi contenuti in quei documenti».
La presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni ha approfondito, dati alla mano, la questione della disparità salariale. Silvia Resta, consigliera dell’Odg Lazio, ha lanciato il premio giornalistico dedicato alla memoria della collega Tania Passa. Elisabetta Cosci, prima vicepresidente donna del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha auspicato la trasformazione dell’Odg in un «organismo culturale». La direttrice del Tg2, Ida Colucci ha raccontato come la sua testata affronta il problema della narrazione della violenza… Continua su fnsi