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Caso Jan Kuciak. Il vero giornalismo di inchiesta non deve mai arretrare davanti alle minacce

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Il nuovo arresto di Antonino Vadala’ in Slovacchia all’indomani delle dimissioni del Ministro dell’Interno Kalinak sta facendo emergere quel torbido su cui stava lavorando Jan Kuciak, il giovane reporter ucciso due settimane fa assieme alla compagna. I due eventi non sono direttamente collegati tra loro, ma il giornalista stava approfondendo casi di frodi fiscali riconducibili a persone che ruotano attorno al governo di Robert Fico e nel far questo si era ritrovato tra le mani i nomi di uomini d’ affari calabresi da diverso tempo operativi in Slovacchia.

Antonino Vadala’ e’ stato arrestato su richiesta della Procura di Venezia, l’accusa è traffico di stupefacenti e riciclaggio, attivita’ riconducibili a un clan di calabresi su cui la Guardia di Finanza stava indagando da tempo e che già nel 2015 era stato duramente colpito dopo l’individuazione di un carico di 400 kilogammi di cocaina fatti arrivare in Italia dall’Ecuador.

Ora il nome di Vadala’ appare tra le carte di Jan Kuciak per i rapporti, di affari e non solo, che aveva avuto con Maria Troskova, ex spogliarellista da qualche tempo entrata a far parte dell’entourage del Premier Fico. Tanti tasselli che all’indomani della scoperta dei corpi senza vita di Kuciak e della sua fidanzata avevano spinto gli inquirenti slovacchi a seguire anche una pista riconducibile a famiglie vicine alla ‘Ndrangheta.

L’indagine e’ complessa, anche perchè è la prima volta che in Slovacchia un giornalista viene ucciso barbaramente per il suo lavoro. Un lavoro che Kuciak stava portando avanti non solo per il suo giornale Aktuality, ma anche per conto dell’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP), un progetto no-profit di gionalismo investigativo.

Ai funerali di Kuciak tutti i colleghi presenti si sono ripromessi di continuare il lavoro di Jan. E l’idea di mettere su un team investigativo è già diventata realtà. Tre giornalisti sono arrivati in Italia e sono andati in Calabria per capire qualcosa di più su quelle famiglie i cui nomi erano finiti nell’inchiesta di Kuciak per le loro attività nell’est della Slovacchia. Sulla scrivania di Jan, al giornale, c’è ancora il libro sulla ‘Ndrangheta che il giovane stava leggendo. Accanto un grafico con tante frecce che collegano i personaggi della sua storia.

Una storia i cui i tasselli già raccolti da Kuciak sono stati pubblicati dall’OCCRP. La storia pero’ resta incompleta.

I colleghi slovacchi interverranno alla FNSI durante la presentazione del Premio Morrione. Devono sapere che possono contare sul nostro aiuto, per mantenere viva la memoria di Jan Kuciak e per ribadire che il vero giornalismo di inchiesta non deve mai arretrare davanti alle minacce.


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