Il terrorismo islamico ha colpito ancora in Africa, dove sta ampliando il proprio raggio d’azione. Questa volta la furia jihadista si è abbattuta sulla capitale del Burkina Faso, Ouagadougou, compiendo una strage. In un duplice attacco, all’ambasciata di Francia e al quartier delle Forze armate del Paese africano del Sahel sono state uccise almeno 28 persone. Ma il bilancio porebbe salire ulteriormente. I feriti sono circa un centinaio, diversi gravi, il che spiega in parte l’incertezza sulle cifre del bagno di sangue causato dagli attachi – per ora non rivendicato – portati a segno da un commando di almeno dieci terroristi, secondo quanto riferito dal sindaco della capitale Armand Béouindé. I testimoni parlano di cinque uomini su un pickup arrivati verso le 10 davanti all’ambasciata francese e – dopo aver urlato “Allahu Akbar” – hanno cominciato a sparare anche sui passanti. Le guardie a protezione della sede diplomatica hanno risposto al fuoco, uccidendoli. Il secondo attacco è stato sferrato a circa un chilometro di distanza, al quartier generale delle forze armate vicino al quale è situato l’Istituto culturale francese, anch’esso preso di mira come confermato dal governo burkinabé. Alla sede dello stato maggiore, secondo una fonte ufficiale del governo, sono stati abbattuti tre jihadisti, arrivati anche in questo caso su un mezzo furgonato.
Si è trattato di una vera e propria battaglia durata per ore. Si sono uditi colpi di arma da fuoco e esplosioni fino al pomeriggio e sul quartier generale si è levata una densa colonna di fumo. Il numero di feriti, di cui in serata non era chiaro quanti fossero civili, ha costretto le autorità ad allestire cinque centri di emergenza tra cui un ospedale da campo nello stadio municipale. Il Burkina Faso, Stato fra i più poveri al mondo ed ex colonia francese, confina con il Mali alle prese con l’avanzata jihadista che aveva colpito Ouagadougou la prima volta nel 2015 causando ad oggi oltre un centinaio di vittime. Nell’agosto scorso un attacco a un ristorante aveva causato 18 morti e 22 feriti. Nel gennaio 2016 nella capitale burkinabé tre giovani affiliati a Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) assaltarono il bar “Cappuccino” e l’ Hotel “Splendid” uccidendo altre 30 persone. Oggi l’attacco ai francesi.
Il cuore dell’azione terroristica islamica è il Mali, patria dell’imam Ibrahim Malam Dicko che ha rivendicato attacchi a militari e civili attraverso la sua organizzazione, Ansarul Islam.
I due Stati, con Niger, Mauritania e Ciad, fanno parte della forza G5 Sahel allestita su impulso della Francis proprio per contrastare il terrorismo islamico. Il contingente punta ad avere 5.000 uomini entro il mese prossimo. Non è dunque azzardato affermare che proprio l’attivismo dell’Eliseo, il presidente Macron ha sostenuto fortemente questa missione, abbia scatenato la furia omicida che ha colpito la sede diplomatica francese a Ouagadougou e, come gli indicatori sul terreno sembrano suggerire, non abbia ancora esaurito la sua capacità di attacco.