La giornalista freelance era stata querelata nel 2015 dalla figlia di Paolo Signorelli per un’intervista a Vincenzo Vinciguerra sulle stragi degli anni di piombo
Dopo tre anni, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, Dr. Giulio Fanales, ha definitivamente archiviato il procedimento penale a carico della giornalista freelance Raffaella Fanelli, collaboratrice di Repubblica, querelata per diffamazione a mezzo stampa nel 2015 da Silvia Signorelli. Il 13 febbraio 2018 il GIP ha depositato l’ordinanza che chiude il caso.
La figlia di Paolo Signorelli, il noto esponente storico di Ordine Nuovo, deceduto nel 2010, a tutela della memoria e della reputazione postuma del padre, aveva denunciato la giornalista considerando diffamatoria un’intervista concessa alla Fanelli dal detenuto Vincenzo Vinciguerra, che sta scontando la pena dell’ergastolo per la Strage di Peteano, avvenuta a Sagrado (frazione di Gorizia, nel 1972, in cui morirono tre carabinieri).
In quell’intervista, pubblicata dal quotidiano “La Repubblica” il 25 maggio 2015 con il titolo “Strage piazza della Loggia, l’ultimo irriducibile: ‘C’è una confessione firmata dagli autori’” (vedi), il Vinciguerra ricordava di avere ammesso le proprie responsabilità per la Strage di Peteano, che egli iscriveva nell’ambito di una strategia di opposizione militare estranea all’ideologia del terrorismo politico di quegli anni, e prendeva le distanze da altri episodi di terrorismo che, a suo dire, avevano altre finalità e altra matrice. Fra l’altro, elencando i nomi di coloro che sarebbero stati a capo dei gruppi eversivi fascisti di quel periodo, faceva il nome di Paolo Signorelli. La querelante affermava che ciò era diffamatorio.
Raffaella Fanelli ha commentato: “Non è stato facile, dopo tanti anni, consultare carte e sentenze degli anni di piombo per ricostruire la storia di Paolo Signorelli, ma i legali e i miei colleghi di Ossigeno per l’Informazione l’hanno fatto, per tutelarmi. Il mio avvocato, Andrea di Pietro, che mi è stato assegnato dal servizio di assistenza legale di Ossigeno, ha ricordato che i restyling storici non sono ammessi sulla pelle di chi scrive la verità. Mi sono sentita protetta e forte avendo al mio fianco Ossigeno. E ho vinto. Abbiamo vinto. Insieme”. Inoltre la giornalista ha ricordato di essere stata querelata soltanto lei, autrice dell’intervista, oltre all’intervistato, e non il quotidiano che ha pubblicato l’intervista, e di non avere avuto assistenza legale dell’editore: “Senza l’intervento di Ossigeno avrebbe dovuto sostenere da sola le spese per difendersi in giudizio” (leggi la sua dichiarazione integrale).
Il Pm di Milano aveva già chiesto l’archiviazione della querela, sulla base del fatto che Paolo Signorelli è stato effettivamente condannato in via definitiva per banda armata e ruolo apicale in associazione sovversiva, affermando che non potevano ravvisarsi falsità nelle dichiarazioni del Vinciguerra. Inoltre, il Pm aveva sottolineato che per eventi così rilevanti non è possibile invocare il diritto all’oblio, in quanto l’interesse storico ha ormai sostituito l’interesse… Continua su ossigenoinformazione