Ahmet Altan, Mehmet Altan e Nazli Ilicak sono stati condannati oggi insieme ad altri tre imputati accusati di aver “tentato di aver rovesciato l’ordine costituzionale” ai sensi dell’articolo 309 del Codice penale turco all’ergastolo.
“Questo verdetto, il primo contro i giornalisti accusati di essere collegati al fallito colpo di stato del luglio 2016, crea un precedente devastante per molti altri giornalisti e scrittori in Turchia che sono sotto processo con accuse altrettanto sprezzanti” afferma Jennifer Clement, Presidente di PEN International .
ARTICOLO 19, PEN International e RSF che hanno partecipato come osservatori al processo sin dalla prima udienza del luglio 2017 hanno riscontrato fin dall’inizio un procedimento viziato da gravi violazioni dei diritti degli imputati, un processo affatto equo.
L’accusa inizialmente aveva chiesto tre ergastoli per “complotto al fine di rovesciare il governo, il parlamento e l’ordine costituzionale” e per i presunti legami con la rete guidata da Fethullah Gülen che il governo accusa di ave orchestrato il tentativo di colpo di stato.
Il tribunale penale ha ignorato una decisione decisiva della Corte costituzionale turca (TCC) sul caso di Mehmet Altan dell’11 gennaio che ha rilevato come “la detenzione preventiva di Mehmet Altan per oltre un anno fosse una violazione del suo “diritto alla libertà personale e alla sicurezza”, tutelato ai sensi dell’articolo 19 della Costituzione turca, e della “libertà di espressione e di stampa” Appellandosi ai sensi degli articoli 26 e 28, il tribunale minore ha rifiutato di attuare la decisione vincolante della Corte costituzionale e Mehmet Altan è rimasto in carcere.
“Il sistema giudiziario turco è in crisi e i tentativi interni di frenare le violazioni dei diritti umani non funzionano” sottolinea Antonella Napoli, coordinatrice per l’Italia della campagna Free Turkey Media. “I processi ai fratelli Altan e a Nazli Ilicak hanno ottenuto lo status di priorità presso la Corte europea dei diritti dell’uomo nell’aprile 2017. Urge che ora la Corte di Strasburgo assuma una decisione su questi casi”.
I firmatari chiedono anche agli stati membri europei di aumentare la pressione politica sulla Turchia per liberare Altans, Nazli Ilicak e gli altri giornalisti detenuti con accuse infondate.
“Sappiamo che la pressione politica funziona, come dimostra la liberazione del giornalista turco-tedesco, Deniz Yucel, rilasciato dopo un anno di detenzione in seguito ai colloqui tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il primo ministro turco Yildirim” ha dichiarato il vicedirettore della RSF, Antoine Bernard. “E’ il momento di fare ancora maggiore pressione. Altri paesi, istituzioni politiche e finanziarie, tra cui l’Unione europea, devono intensificare la loro azione per far valere nelle relazioni con la Turchia i valori a cui professano di tenere.
Questa dichiarazione è sottoscritta da:
- ARTICLE 19
- Articolo 21
- European Centre for Press and Media Freedom
- International Press Institute
- International Publishers Association
- Italian Press Federation
- PEN Belgium/Flanders
- PEN International
- Reporters Without Borders