Il sipario si apre sulla sala di una famiglia intellettuale: pareti foderate di librerie dalla tonalità fredda, a tratti illuminate o nell’ombra che, nella sapiente scenografia di Roberto Crea, riproducono la vita interiore di chi la abita. Aldo (Silvio Orlando) il marito di Vanda (Vanessa Scalera) un tempo se n’è andato senza tante spiegazioni, come spesso nella realtà accade, perché innamorato di un’altra e lei gli scrive cercando risposta agli interrogativi che la ossessionano. Poi lui narra al pubblico il suo matrimonio e quella lunga parentesi di sogno e di fuga, attraverso il dialogo con Nadar (Roberto Nobile) un vicino di casa suo amico. Ne esce un ritratto di rapporti familiari conflittuali, irrisolti, le cui zone oscure toccano i figli. Oggi i due coniugi hanno deciso di invecchiare insieme in quello stesso appartamento, che disgraziatamente è messo a soqquadro dai ladri. Labes, il loro gatto, è sparito. Si scopre che il nome dell’animale è un sostantivo latino che si traduce con disastro: fallimento che si rivela nel colpo di teatro finale, quando i due figli (Pier Giorgio Bellocchio e Maria Laura Rondanini) entrano in scena per raccontare la loro sofferenza.
A grande richiesta tornato sul palco dell’Eliseo, “Lacci” è tratto dal romanzo omonimo del Premio Strega Domenico Starnone, adattato dall’autore per il teatro. Racconta un’esperienza tra le più dolorose: la separazione di due coniugi che hanno messo al mondo dei figli, il loro cambiamento radicale dopo aver strappato i viticci emozionali che li univano e i lacci invisibili di sentimenti sepolti e tenaci fino a ricrescere anche in un terreno non fertile. Dramma psicanalitico avvincente, che tocca temi universali, che il bravissimo Silvio Orlando rende autentici: l’attore mentre racconta i suoi tormenti riesce persino a strappare risate solo con il giusto tono di voce. La sceneggiatura profonda e colloquiale, recitata da tutto il cast con spontaneità, è una decifrazione del nostro inconscio quotidiano, quello di cui abbiamo una percezione velata eppure condizionante. I personaggi, sospesi tra il desiderio di essere liberi e la paura della perdita, il bisogno di cambiamento e la nostalgia della sicurezza, sono animati da un’autenticità nella quale possiamo specchiarci, vedere i fili immaginari dei sentimenti che drappeggiano la nostra vita. Consigliato.
Teatro Eliseo
Fino all’11 febbraio 2018
Silvio Orlando in Lacci
tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone
con Silvio Orlando Aldo
e con (in ordine alfabetico)
Pier Giorgio Bellocchio Sandro (il figlio)
Roberto Nobile Nadar
Maria Laura Rondanini Anna (la figlia)
Vanessa Scalera Wanda la moglie
e Matteo Lucchini carabiniere
Scene Roberto Crea
Musiche Stefano Mainetti
Costumi Silvia Polidori
Luci Gaetano La Mela
Regia Armando Pugliese
Una produzione CARDELLINO srl