C’è un sistema che dalla fine della Seconda guerra mondiale consente di misurare il tempo mancante all’olocausto nucleare planetario. Si tratta di un orologio virtuale, il Doomsday Clock, le cui lancette si avvicinano o si allontano dalla fatidica mezzanotte dell’umanità a secondo la gravità dei conflitti in atto o dell’evoluzione della corsa al riarmo atomico. Questo sistema è stato adottato da centinaia di scienziati di fama internazionale che periodicamente pubblicano un report sul Bulletin of the Atomic Scientists dove “fotografano” la distanza delle lancette dall’ora X. Qualche giorno fa, nel corso di una conferenza stampa a Washington, il Presidente della prestigiosa rivista scientifica, Rachel Bronson, ha lanciato l’allarme: “Mancano solo due minuti alla mezzanotte”. Lancette così vicine all’ecatombe nucleare non si vedevano dai tempi della guerra fredda USA-URSS e dell’installazione in Europa dei missili a medio raggio (i Cruise, i Pershing e gli SS-20) e di 112 testate atomiche nell’allora base statunitense di Comiso, Ragusa. “L’odierna minaccia nucleare è insostenibile”, ha aggiunto Rachel Bronson. Nel pianeta la guerra è globale e permanente, anzi perpetua, e il presente e il futuro prossimo sono pesantemente minacciati dall’escalation nucleare di decine di grandi e medie potenze, dalle crescenti tensioni tra USA e Russia, USA e Cina, USA e Corea del Nord e – come avvertono gli scienziati No War – dal “miglioramento tecnologico delle armi nucleari che producono la concreta possibilità che esse vengano usate”.
A rendere ancora più inquietanti gli scenari internazionali e mettere profondamente in pericolo la stessa sopravvivenza di ogni forma di vita nel pianeta ci ha pensato la nuova amministrazione statunitense: mister Trump ha annunciato una radicale riforma della postura nucleare a stelle e strisce grazie a un piano di “modernizzazione” degli arsenali che nei prossimi trent’anni dilapiderà più di 1.300 miliardi di dollari. Obiettivo chiave della nuova… continua su isiciliani