Breve storia di un reporter nomade, protagonista per decenni nella lotta alla criminalità organizzata globale, spostandosi nei fusi orari dei luoghi del traffico illecito di stupefacenti,in uno scenario geografico divenuto tanto ampio che non tramonta mai il sole.
La storia inizia nella natia Taranto, in famiglia povera , ma ricca di valori e con l’educazione alla legalità e il rispetto del prossimo come tradizione centrale. Questa educazione, mi ha consentito negli anni di affrontare e resistere alle battaglie di ogni genere e di non perdermi nel pericoloso labirinto del mondo dell’illegalità e in particolare il mondo fasullo dei narcos. Primo impegno è stato la preparazione culturale e fisica necessaria , con modestia e l’umiltà servire bene il servizio pubblico televisivo. Per raccogliere i dati più o meno reali sul narcotraffico degli scenari internazionali, ho collaborato con le Nazioni Unite, frequentando l’Agenzia che si occupa di tutto ciò che è collegato ai narcos , compreso il terrorismo internazionale.
Ricordo i viaggi Milano – Vìenna di notte, per essere alle 9 negli uffici dell’International center, per fortuna in quegli anni i direttori esecutivi erano italiani, ora l’Agenzia è diretta da un russo..Dagli anni 80 ,ho iniziato la parte operativa delle indagini giornalistiche, viaggiando e seguendo la narcogeografia variabile in tutto il mondo, in particolare le zone d produzione , raffinerie e via di traffico di tonnellate di eroina e cocaina. I miei servizi e reportage (ora visibili su youtube) erano trasmessi dalla redazione cronaca della Rai Telegiornale Uno, mettendomi a disposizione spazi televisivi, senza interruzioni pubblicitarie. Le risorse finanziarie e la professionalità erano garantite dal capo redattore , il compianto Roberto Morrione, L’argomento , con il tempo interessò anche altri coofattori, come il traffico di armi,la corruzione,le guerre,il riciclaggio di danaro sporco attraverso i paradisi fiscali e più in dettaglio i trafficanti e colletti bianchi che si occupavano di inquinare le econome globali. Questa situazione provocò la necessità di viaggiare molto via terra con lunghi e pericolosi itinerari ,evitando gli aerei ,da cui si vedono solo nuvole. II mondo dell’’informazione divenne più sensibile a queste tematiche, in particolare il tandem di Rai Tre, Mazzetti –Biagi,con i quali ho lavorato per documentare la Global Mafia,dell’Afghanistan , lungo la via della seta e sud America.Le fonti me le pro
procuravo direttamente o da magistrati di cui mi fidavo, Mario Vaudano di Torino , Carlo Palermo,Ferdinando Imposimato, Giovanni Falcone di Palermo, Antonio Ingroia e molti altri stranieri, operanti negli scenari internazionali. Il tutto senza apparire molto in tv, per rispetto della mia famiglia per non farli stare in apprensione,a mia madre non ho mai raccontato nulla.
Prima in V.Teulada poi a Saxa Rubra spesso i colleghi mi chiedevano ‘’da dove vieni , oppure dove stai andando. La fatti importanti che mi diedero maggior spinta investigativa furono:l’attentato a Papa Woitila, gli scenari internazionali, i probabili mandanti turchi e nell’area di influenza sovietica. Ricordo dei rischi corsi a Sofia e Istambul , dove una sera inseguito , dovetti cambiare 5 alberghi , provocando il panico nell’amministrazione del TG1. Poi incappai nello scandalo Cia-P2, quando in Svezia stavo indagando sull’assassino Olaf Palme, mi imbattei su una pista italiana di traffico d’armi con il kurdistan irakeno. Intanto proseguivo a seguire lo sviluppo del traffico di eroina Asiatica e Afghana e cocaina da sud America, ogni tanto discretamente incontravo Falcone , di cui mi fidavo, per conoscere quanto era emerso aggiornandomi su Cosa Nostra Americana. Mi misi sulle orme geografiche di Buscetta e soci. Approdai il Venezuela, Brasile e Colombia e New York, nello stato venezuelano del Barinas e Orinoco , operavano indisturbati il gotha dei narcos italiani che spedivano droga in tutto il mondo, sotto il benevolo occhio delle famiglie mafiose degli Stati Uniti , Canada,uno scenario ancora attuale , modificato oggi con la globalizzazione .In questa indagine, trasmessa dai servizi Speciali del tg1 e tg3, ho rischiato molto, un conto è lavorare per la carta stampata o la radio , ma la televisione necessita di documentazione filmata, e allora diventa difficile .Devo dire che ho sempre avuto vicino, l’ONU,e in particolate la RAI di quei tempi, che non ha mai cambiato una virgola dei miei testi, lasciato immagini che avevo girato ne modificato i montaggi, un esempio di libertà totale. A un certo punto ero arrivato a conclusioni inimmaginabili, come quelle relative all’industria del disagio giovanile,prodotto e programmato da criminali, utilizzando la cultura demenziale che porta al disagio quindi alla droga e violenza. Questi criminali si riuniscono ancora oggi per allargare i mercati e invadere nuovi paesi e giovani democrazie,criminali attivi ancora oggi.
Parallelamente mi occupavo di geopolitica criminale , cosi mio malgrado, sono diventato anche reporter di guerra, crisi regionali in tutto il mondo, nei posti più lontani e difficili da capire. Quello di capire e uno dei compiti del reporter, è la parte più difficile, bisogna studiare anche il tribalismo e i gruppi etnici, con rispetto, evitando di fare tutta l’erba un fascio, possibilmente essere soli e sereni. Ho agito sempre con coraggio, senza enfatizzare, ho incontrato trafficanti di ogni genere, come Pablo Escobar, nella sua villa a Medellin in Colombia, poi doppiogiochisti come Osama bin laden a Kandaharn nella casa del mullah Omar capo dei talebani, nel Febbraio 2001., non parlammo di terrorismo ma del petrolio del Mar Caspio. ,anche Pol Pot nel suo rifugio di Pailin in Myanmar. Naturalmente queste interviste le ho tenute per me, non pubblicate per il servizio pubblico perchè prive di documentazione filmate, quindi inutilizzabili, ma utili , perchè provenienti da fonti protagoniste.
Mi occupai dell’Oriente, mafie potentissime , le triadi cinesi, la yakuza giapponese, i Casinò a Macao e atri Australiani, mafie feroci, che al confronto le nostrane a confronto sembravano dilettanti. Nello stesso tempo, ero presente nella protesta studentesca de piazza Tien anmen nel giugno 89 a Pekino , poi la rivoluzione Rumena nel dicembre 89. In Africa ho viaggiato in lungo in largo per conoscere le potenti mafie Nigeriane,Senegal,Tunisia e Marocco, poi le cause del terrorismo ,verificando soprattutto la povertà endemica e il neocolonianismo di Francia, Inghilterra, Cina, Germania, che alimentano la corruzione,rubando materie prime e lasciando in miseria e disperazione lle popolazioni,fatti all’origine delle recenti immigrazioni in Europa. Ora questi scenari li sto dimenticando, l’ultimo reportage per Rainews24 realizzato nel califfato islamico sahariano, dove molti non osano,confermando che rivalità religiose e etniche sono spesso un paravento per lo sfruttamento delle materie prime.Cosi ho ricostruito le genesi del terrorismo, incontrando nel deserto alcuni protagonisti. Nel dubbio di aver capito, o non aver capito, non ho dato il mio parere e giudizi affrettati,ho raccontato attraverso le immagini quello che ho visto e sentito nel rispetto del servizio pubblico..Ora sono obbligato a chiudere il grande cerchio, con il rammarico che l’impegno non è servito a molto, visto che ogni paese ha la sua mafia e il traffico di droga è entrato come protagonista in modo diretto e indiretto in tutto il pianeta. La libertà , l’etica,il rispetto delle culture e la libertà intellettuale sono ancora oggi i pilastri della professione. E’ stata dura ,ma ne è valsa pena…..