Grasso (LeU): “Si deve cambiare rotta la sanità pubblica è una priorità”
Gli italiani, nei prossimi mesi, dovranno iniziare a chiedere ai loro medici di famiglia quando andranno in pensione. Il rischio è restare senza il loro ‘angelo custode’ in camice bianco, il dispensatore di consigli e ricette. Il baluardo della sanità nazionale, quello che nel bene e nel male, a seconda dei punti di vista, recita quotidianamente un ruolo per le famiglie italiane. Ora tutto questo potrebbe essere letteralmente ‘terremotato’.
Secondo la Federazione Italiana dei Medici di Famiglia nei prossimi 5/8 anni, gli italiani a rischiare di rimanere senza l’angelo custode in camice bianco, sarebbero oltre 14 milioni. Il grido d’allarme è sul sito Fimmg: “Appare quasi ridicolo assistere al fatto che nessuna forza politica che aspira a governare il Paese proponga e si impegni sul tema dell’assistenza territoriale, della cronicità e della non autosufficienza – spiega Silvestro Scotti, segretario della Fimmg – in un Paese che, per caratteristiche demografiche, avrà soprattutto bisogno di un’assistenza medica domiciliare, residenziale e di prossimità”. Secondo le stime della Fimmg, i pensionamenti nei prossimi 10 anni saranno 33.392, quelli da qui al 2022 (anno di picco per la Fimmg) saranno 14.908 e 3.902 i camici bianchi che ‘saluteranno’ i colleghi nel 2022.
“Per poter continuare a garantire ai cittadini italiani il diritto di essere curati tutti nello stesso modo – avverte Scotti – devono essere garantiti investimenti economici sul numero e sulla qualità della formazione deimedicidi medicina generale, sul personale sanitario e amministrativo nei nostri studi, sulle tecnologie. A questo punto la figura e la presenza del medico di medicina generale appare impotente per promuovere il vero cambiamento”. “E allora coraggio, chi vuole rottamare la medicina di famiglia si faccia avanti a viso scoperto e non come un ladro che ruba a piccole quantità per non essere scoperto. Ormai il buco è evidente e le impronte si cominciano a vedere. Noi non vogliamo essere dei complici silenziosi, né peggio omertosi, anche perché ci sentiamo, insieme ai cittadini, le vittime di tanta superficiale approssimazione”, conclude Scotti.
Sul punto da registrare l’immediata presa di posizione del leader di Leu Pietro Grasso: “L’allarme lanciato dai sindacati dei medici conferma che la sanità pubblica è a rischio. Se nella prossima legislatura non verranno assunti nuovi medici e nuovi operatori il sistema della sanità italiana entrerà in crisi. Si deve cambiare rotta e tornare a fare della salute una priorità politica”. Liberi e Uguali – continua Grasso- ha un preciso programma per la salute: rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale e rendere più sani e sicuri gli ambienti di vita. Il rafforzamento della dotazione di personale, soprattutto nei settori più critici, per evitare turni massacranti e lunghe liste di attesa, è già oggi una necessità. I vincoli imposti dagli ultimi governi sul personale rendono infatti ormai impossibile in molte regioni un’offerta di servizi adeguata ai bisogni della popolazione”.