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Macerata domenica in piazza

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La città riparte, libera, nonviolenta, antirazzista, antifascista. La conferenza stampa del sindaco. Taddei (Cgil Macerata): i fascismi vanno combattuti quotidianamente. I giornaloni ignorano

Di Alessandro Cardulli

“Macerata è libera. Nonviolenta, antirazzista e antifascista”. Sono queste parole, chiare e forti, la  linea guida della manifestazione che si svolgerà domenica mattina, promossa dal comitato che si è costituito alla fine della scorsa settimana  nel corso di una riunione cui avevano preso parte il  sindaco Carancini,  esponenti di Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Unimc, Unicam, Officine Universitarie, Mondo Solidale, PD Macerata, Liberi e Uguali, Isrec, Refugees Welcome, Arci Macerata, Acli Macerata, Auser Macerata, Lega Coop Marche, Anolf, Anteas, Albero dei Cuori. Con il passare delle ore al Comune di Macerata stanno arrivando numerose altre adesione da parte di molti comuni, associazioni, singole personalità.

Salvo le cronache  di giornali locali non c’è segno da parte della stampa nazionale di una iniziativa importante e significativa come quella cui darà vita il popolo di Macerata nel nome dell’antifascismo. Non fa notizia, come si dice in gergo, anzi una vera e propria censura. Il fatto che la città, con le sue istituzioni, le forze politiche e sociali, che hanno per loro fondamento la Costituzione, l’antifascismo, senza se e senza ma, scenda in piazza e trovi la forza di “ ripartire “ dopo le tragiche vicende vissute in questi giorni con l’orribile delitto, l’uccisione di Pamela Mastropietro prima e la sparatoria in cui sono rimasti feriti sei immigrati, un atto terroristico compiuto dal fascista Traini, non merita di salire agli onori della cronaca. Non ci sono polemiche su cui montare titoloni, non ci sono retroscena su cui abbandonarsi alla fantasia. Non ci sono ministri che volevano evitare la manifestazione della domenica passata facendo di ogni erba un fascio. Offendendo una città antifascista, antirazzista, libera e nonviolenta, come ribadito dalla “rete” di organizzazioni costituita proprio nei giorni delle polemiche e delle divisioni, nei titoli dell’informazione nazionale.

Dal dolore per la morte di Pamela all’atto terroristico che ha  colpito la città

La città riparte. Lascia alle spalle polemiche che non avevano ragione di esistere, timori che avevano accompagnato la vigilia della grande manifestazione di sabato scorso che si era svolta senza alcun incidente, titoli dei giornaloni su un episodio del tutto marginale, le sciagurate parola pronunciate sulle foibe da un gruppetto di provocatori, non c’è altro modo per definirli. La città riparte, apre porte e finestre, che si erano chiuse, paure che non avevano ragione di esistere, che avevano lasciato una immagine di città blindata. Domenica Macerata, dice il titolo della manifestazione, è libera e darà vita ad una giornata nel nome della libertà e della democrazia, l’antifascismo vecchio e nuovo, i rigurgiti che sono sempre pericolosi. Libera proprio perché nonviolenta, antifascista, antirazzista. Nel ricordo e nel dolore per la straziante vicenda che l’ha colpita da un brutale delitto, dalla morte di Pamela, dall’attentato terroristico, che ha provocato sei feriti.

La città, insistiamo con questo slogan, riparte, come è stato detto in conferenza stampa tenuta dal sindaco, Romano Carancini, insieme ai firmatari del documento messo a punto da tutti i protagonisti della “rete antifascista” che ha preso corpo  venerdì scorso nella riunione tenuta in Municipio. “Rigenerare un territorio ferito, dal terremoto, dai terribili fatti di cronaca accaduti, sino alla strage fascista e razzista, respingendo il crescere dei peggiori sentimenti anticostituzionali – dice il segretario generale della Cgil di Macerata, Daniel Taddei – è questo l’obbiettivo che abbiamo di fronte in un contesto che non è territoriale ma nazionale e internazionale. Aver allargato il fronte, coinvolgendo le maggiori forze antifasciste del territorio, costituisce la forza di un lungo percorso che ci attende. I fascismi –conclude – vanno combattuti quotidianamente e costantemente, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle strade, abbattendo il disagio culturale, sociale ed economico che li alimenta”. Non a caso la città riparte nel ricordo del 30 giugno 1944 quando il partigiano Augusto Pantanetti con il gruppo delle Bande Nicolò, liberò  Macerata dal nazifascismo.

Striscioni e cartelli richiameranno la Costituzione

La manifestazione prenderà il via alle 9,30 di domenica da piazza della  Libertà. Ci sarà il saluto del sindaco, poi, alle ore 10, la partenza del corteo. Striscioni e cartelli richiameranno la Costituzione. Niente bandiere, o meglio le bandiere ci saranno, ma l’una congiunta all’altra, saranno aperte insieme al Tricolore, davanti al Monumento ai Caduti in piazza della Vittoria. Qui, in un momento di raccoglimento, verranno letti i 12 principi fondamentali della Costituzione Italiana e verrà intonato l’Inno nazionale. Il sindaco Carancini nel presentare l’evento in conferenza stampa ha affermato che si tratta di una manifestazione “per la vita, per la persona e per la libertà, frutto della necessità di una riflessione profonda e il bisogno di ricercare i perché di quanto accaduto a Macerata, sul come coniugare i valori indiscussi della comunità civile maceratese, fondata sulla Costituzione e in risposta alla necessità di rafforzare nella cittadinanza la coesione sociale fondata sui valori democratici. Una manifestazione per affrontare e respingere gli attacchi alla libertà della persona in tutte le sue forme, dalla violenza di genere alla discriminazione, al razzismo, alle forme di fascismo e intolleranza”. Il sindaco ha anche ricordato che domenica 24 a Roma si svolgerà la manifestazione promossa dal Comitato unitario nazionale che Macerata “vuole condividere nel percorso di risalita che la città sta affrontando. Un segno di ripresa che vogliamo dare perché la città deve tornare ad essere quello che è senza dimenticare”. Ed ha annunciato che la manifestazione di domenica 18 sarà solo la prima tappa di un percorso che passerà anche attraverso le scuole, i musei, le biblioteche  da cui  nessuno si potrà sentire escluso da una responsabilità comune”.

Da jobsnews


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