Da dove nasce il razzismo italiano, che ha raggiunto punte di violenza, atrocità e follia mai viste prima. Dai politici che predicano inimicizia verso le minoranze? Sì, in parte sì. Ma anche dagli accordi stipulati con Libia, Niger, Tunisia e altre nazioni africane, finalizzati solo a fermare i migranti e i profughi. Anche dal patto di Malta, dalle intese con alcune tribù libiche, in cui sono presenti bande di trafficanti di esseri umani. Sì, è vero, i partiti e i gruppi xenofobi creano ostilità e divisioni, diffondono calunnie che generano paura nei confronti di chi è povero e diverso. Ma l’intolleranza viscerale che ci circonda nasce anche dalla mancanza di protocolli efficienti di soccorso in mare, a causa della quale agli occhi dell’opinione pubblica la vita dei migranti dall’Africa viene presentata come un bene senza valore.
Nasce da un’attenzione inesistente alla condizione di chi fugge da guerre, persecuzioni e miseria. Esseri umani che cadono facilmente nelle mani della criminalità o di autorità persecutorie e subiscono carcerazioni inique, torture, stupri. Sono venduti come schiavi o diventano oggetto di ricatti ed estorsioni, muoiono in detenzione e in mare, costretti a tentare la traversata su imbarcazioni sempre più fragili e rotte sempre più pericolose. Ecco da dove nasce il razzismo italiano. E perché non parlare della persercuzione verso i rom, degli sgomberi che uccidono e annientano dignità e diritti. Non ne scrive più nessuno e in tv non li si vede, ma avvengono da anni in tutte le città italiane, al di là del colore delle loro amministrazioni. Nasce anche da lì il mostro del razzismo. Ma non trascuriamo un altro fenomeno: la censura mediatica verso gli attivisti che hanno portato in Europa e presso le Nazioni Unite la situazione di persecuzione in cui vivono le minoranze povere in Italia. Così l’Italia si è sgravata dalle loro voci, tacitandole, sottoponendole a procedimenti giudiziari ingiusti.
Una persecuzione attestata da rapporti dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. E limitando le possibilità di espressione degli scrittori e artisti dei diritti umani, come registrano associazioni internazionali qualificate come PEN. Come negare ancora che una serie di scelte politiche unite alla propaganda intollerante abbiano corrotto le fondamenta stesse della cultura civile italiana, favorendo la crescita di un’intolleranza che si percepisce in ogni città? Molti identificano l’essenza stessa del razzismo in poche e determinate figure politiche o gruppi ideologici. Ma non sono solo loro i responsabili del clima velenoso che si diffonde intorno a noi. Intollerante è chi con parole chiare esprime il suo odio, ma lo è ancora di più chi lo mette in pratica ogni giorno, investendo ingenti risorse per trasformare la discriminazione in repressione, il razzismo nel respingimento o nell’annientamento di chi è diverso.
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