Elezioni, sette proposte ai candidati per “una nuova politica sulle droghe”

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Associazioni e sindacati sottoscrivono la piattaforma “Droghe, ripartiamo da 7”. Tra le richieste: completa revisione del Testo unico sulle droghe, rilancio e riorganizzazione dei servizi per le dipendenze, convocazione della Conferenza nazionale

ROMA – Si intitola “Droghe, ripartiamo da 7” la piattaforma di intervento sulle politiche sulle droghe in vista delle prossime elezioni presentata presso il Senato della Repubblica da associazione Antigone, Associazione Luca Coscioni, Cgil, Comunità di San Benedetto al Porto, Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza, Funzione Pubblica Cgil, Forum Droghe, Gruppo Abele, Itardd, la Società della Ragione, LegacoopSociali, Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids con l’adesione di A Buon Diritto, Arci e Cild.

“Il documento, che riprende le richieste e le proposte elaborate e condivise già con il Manifesto Genova nel 2014 e poi con la Carta di Milano del 2015 – si legge in una nota – , pone a chi si candida a governare l’Italia sette punti sui quali è necessario intervenire con urgenza per offrire al paese politiche sulle droghe adeguate alla società in cui viviamo, frutto di dialogo con la società civile e che garantiscano ai servizi le risorse necessarie per essere applicate”. “Il testo – prosegue la nota – chiede la completa revisione del Testo unico sulle droghe. Le persone che usano sostanze devono essere liberate tanto dal rischio di criminalizzazione penale e amministrativa quanto da quello di stigmatizzazione. Completa depenalizzazione del possesso e della cessione gratuita di piccoli quantitativi di sostanze destinati all’uso personale, anche di gruppo, ivi compresa la coltivazione domestica di alcune piante di cannabis destinata al consumo personale anche in forma di Cannabis Social Club. Infine, l’introduzione di una norma del “buon samaritano” che privilegi la salute delle persone tutelando coloro che allertanoprontamente i soccorsi in caso di emergenze sanitarie causate dall’uso di sostanze stupefacenti”.

“Il documento chiede inoltre la messa a regime della regolamentazione nazionale sulla cannabis terapeutica, l’unico modo di garantire il diritto alla salute e la continuità terapeutica per i pazienti. I proponenti inoltre continuano a chiedere l’organizzazione nei tempi più brevi possibili della Conferenza nazionale, a nove anni dall’ultima convocazione, sede naturale e legale della valutazione e della innovazione delle politiche nazionali. Compito primario della Conferenza sarà la valutazione degli esiti delle attuali politiche, e la elaborazione di un Piano d’azione nazionale sulle droghe in netta discontinuità con il fallimentare approccio iper-punitivo che ha caratterizzato gli orientamenti espressi nel 2009-2010. Il percorso della conferenza nazionale e l’elaborazione del Piano deve essere l’esito di un percorso partecipato dalla società civile, incluse le persone che usano sostanze, dalla comunità scientifica, e basato sulle esperienze e sulle evidenze e sul rispetto dei diritti umani. Risulta per questo fondamentale il ripristino di sedi di dialogo sulle politiche sulle droghe, non più attive a livello nazionale dal 2008″.

E ancora, “dovrà essere priorità della politica lavorare per il rilancio e la riorganizzazione dei servizi per le dipendenze, il riconoscimento delle azioni e dei servizi innovativi già realizzati e il loro non più rinviabile adeguamento ai nuovi stili di consumo. È necessaria l’adozione della riduzione del danno sia come prospettiva trasversale ai diversi obiettivi delle politiche che come quarto pilastro nel sistema degli interventi, come sancito nella strategia Ue e con sua piena e rapida definizione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza”. Infine, “viene chiesta una chiara posizione dell’Italia nel contesto internazionale, in sintonia con il ruolo che l’Europa sta giocando in sede Onu al fine di avviare una seria valutazione degli esiti di obiettivi e strategie fin qui adottate, sulla base delle evidenze e del rispetto dei diritti umani, e la promozione di una più ampia partecipazione della società civile ai processi decisionali in vista dell’appuntamento Onu di Vienna 2019”.

Da redattore sociale


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