Ossigeno ha deciso di renderli pubblici in modo che altre organizzazioni possano verificarne la fondatezza e intervenire con la prontezza necessaria
Ossigeno per l’Informazione viene a conoscenza di molti più allarmi di quanti è in grado di accogliere. Sono allarmi che riguardano gravi violazioni della libertà di espressione, sono segnalazioni che richiedono una risposta, una verifica, un accertamento al fine di stabilire se ci sono vittime di ingiustizie, persone che meritano solidarietà e il nostro aiuto per resistere a intimidazioni, minacce e ritorsioni con le quale si vuole impedire proprio l’esercizio del diritto di informazione.
Nel 2017 l’Osservatorio è venuto a conoscenza di 1131 probabili attacchi di questo tipo compiuti in Italia a danno di giornalisti, blogger, fotocronisti, video operatori, opinionisti, commentatori, scrittori. Il nostro Osservatorio è stato in grado di accertare e certificare 216 di questi 1131 episodi, di stabilire che essi hanno danneggiato ingiustamente 423 persone, in gran parte giornalisti, di cui ha elencato i nomi e ha narrato le vicissitudini.
Per farlo, Ossigeno ha impegnato a pieno i suoi osservatori, i quali hanno effettuato altrettante verifiche. Ognuna ha richiesto tempo e lavoro. Non c’è stato il tempo di verificare la fondatezza degli altri 911 attacchi per i quali era pervenuto un allarme. Ci sarebbero voluti altri osservatori, altri esperti, spese incompatibili con il bilancio di Ossigeno, un’associazione che vive di donazioni e di volontariato.
Perciò quei 911 episodi sono stati scartati senza neppure aver stabilito se fossero veri o falsi, fondati o meno, se fra quei giornalisti, blogger, fotografi, videoreporter, scrittori, ricercatori ci fosse qualcuno meritevole di aiuto immediato, di supporto, di solidarietà, di assistenza legale. Probabilmente alcuni lo erano.
Questa costatazione ci ha posto un problema di coscienza. Ci siamo chiesti se fosse giusto tacere sulle segnalazioni e le richieste di aiuto che non riusciamo a trattare come meriterebbero, se fosse la cosa più giusta da fare. Oppure se sarebbe meglio diffondere questi allarmi in modo che qualcun altro di buona volontà possa vedere di cosa si tratta, ed eventualmente di recare quel soccorso, insomma fare ciò che Ossigeno non è in grado di dare. Abbiamo convenuto che sì, è meglio fare così.
Per fortuna, in Italia ci sono altre associazioni impegnate a difendere la libertà di stampa e di espressione, ci sono sindacati e istituzioni pubbliche sensibili su questi problemi, ci sono giornali impegnati ad aprire gli occhi su questa epidemia di attacchi ingiustificabili e in gran parte incontrastati.
Dunque a febbraio del 2018 abbiamo cominciato a diffondere questo surplus di segnalazioni. Continueremo a farlo periodicamente. Continueremo a rilanciare questi S.O.S. con la speranza che qualcuno li ascolti e vada a vedere di cosa si tratta.
Nella prima metà di febbraio abbiamo diffuso già 56 S.O.S di questo tipo. I nostri lettori ci aiutino a indirizzarli meglio, li inoltrino essi stessi a chi, a loro avviso, sarebbe in grado di intervenire, ci facciano sapere se qualcuno è andato (o sta andando) in soccorso di chi. Noi ne daremo conto volentieri. Finché le istituzioni pubbliche non si faranno carico di organizzare questo servizio, dovremo contare su una catena di solidarietà come questa per non lasciare senza aiuto chi viene preso di mira perché osa fare domande, diffondere informazioni, esprimere opinioni.
ASP ONY