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Zero tasse universitarie? Non sono d’accordo

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Chi è più ricco dà una mano a chi è più povero. E’ questo il principio con cui la Costituzione cerca i soldi per la giustizia sociale. Si chiama “progressività” e si applica al fisco. Ebbene, ogni tassa “piatta” e ogni taglio “lineare” vanno contro la giustizia sociale, perché sono fuori dal criterio della progressività.

Per questo motivo, penso sia ingiusta la “tassa piatta” proposta da Lega e Forza Italia, perché finirebbe per avvantaggiare i più ricchi, a discapito dei più poveri. Ma per lo stesso motivo, devo dire che non concordo con Grasso di Liberi e Uguali, per aver proposto il taglio delle tasse universitarie per tutti. Anche perché all’università ci va di solito chi è figlio di benestanti. Molto meglio concentrare i tagli universitari per studenti che vengono da famiglie di modesto reddito, che si svenano per libri e affitto di una stanza nelle città degli atenei. Magari aumentando le detrazioni per tali spese fino al totale, ma solo a queste famiglie. In modo che non ci sia più alcun giovane che debba rinunciare alla laurea, solo perché i genitori non hanno i soldi per sostenerlo.
Insomma, vorrei che LeU di Grasso evitasse di ripetere l’errore che ha commesso il PD quando ha abolito l’IMU per tutti, finendo per favorire i grandi patrimoni immobiliari, a scapito di chi una casa neanche ce l’ha. E soprattutto, che non inseguisse la destra nella campagna di chi taglia più tasse, ma s’impegnasse nel dire come far funzionare meglio il Paese, recuperando l’evasione. Per rendere l’Italia un posto più giusto, soprattutto per chi non ce la fa.

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